Salmo del 15 gennaio 2021

Non lo terremo nascosto
Sal 78 (77), 1-7

"1 Maskil. Di Asaf.

Ascolta, popolo mio, la mia legge,
porgi l'orecchio alle parole della mia bocca.

2 Aprirò la mia bocca con una parabola,
rievocherò gli enigmi dei tempi antichi.

3 Ciò che abbiamo udito e conosciuto
e i nostri padri ci hanno raccontato

4 non lo terremo nascosto ai nostri figli,
raccontando alla generazione futura
le azioni gloriose e potenti del Signore
e le meraviglie che egli ha compiuto.

5 Ha stabilito un insegnamento in Giacobbe,
ha posto una legge in Israele,
che ha comandato ai nostri padri
di far conoscere ai loro figli,

6 perché la conosca la generazione futura,
i figli che nasceranno.
Essi poi si alzeranno a raccontarlo ai loro figli,

7 perché ripongano in Dio la loro fiducia
e non dimentichino le opere di Dio,
ma custodiscano i suoi comandi".

Ascoltare e annunciare è la dinamica più profonda della fede. L'annuncio delle opere di Dio le rende godibili anche a chi non era presente all'epoca dei fatti; anche i figli dei figli possono così partecipare alla grazia dell'evento che, nella fede, risulta salvifico di generazione in generazione.

"Ascolta, popolo mio, la mia legge,
porgi l'orecchio alle parole della mia bocca".

L'invito all'ascolto punteggia tutta la Scrittura.
Ascoltare per vivere secondo lo Spirito del Signore è la via della fede di ogni credente. Il Signore parla creando e donando vita e, dall'orecchio, i doni entrano nel cuore.
Il Salmo è chiaro: la legge non è un comando dato dall'alto, asettico e quindi inflessibilmente ingiusto. I comandamenti sono parole che escono dalla bocca di un Padre, quindi nutrimento amorevole, insegnamenti sussurrati alle orecchie dei figli per portarli a vivere.

"Aprirò la mia bocca con una parabola,
rievocherò gli enigmi dei tempi antichi".

Dalla pienezza del cuore parla la bocca. Chi annuncia rilegge la vita passata intravedendo il filo conduttore di bene che non ha mai abbandonato chi camminava titubante e nelle tenebre.
Il Signore dà questo dono di interpretazione del passato, un'esegesi sapiente che fa memoria anche delle fatiche e delle sofferenze che non avevano per noi senso nel momento in cui erano state vissute. La rilettura, alla luce della fede, le fa svelare come salvifiche e portatrici di vita nel presente.
Le parabole sono il rivestimento tradizionale per trasmettere la Parola del Signore, un canale privilegiato che estrae nuovi doni dagli eventi passati.

"Ciò che abbiamo udito e conosciuto
e i nostri padri ci hanno raccontato
non lo terremo nascosto ai nostri figli,
raccontando alla generazione futura
le azioni gloriose e potenti del Signore
e le meraviglie che egli ha compiuto".
Così si trasmette la fede di generazione in generazione.
Non si trasmette una teoria o una serie di formule, ma si raccontano le meravigliose opere che il Signore ha fatto per ogni persona. Rileggerle insieme diventa un bagaglio immenso, un memoriale di salvezza per un popolo intero.

"Ha stabilito un insegnamento in Giacobbe,
ha posto una legge in Israele,
che ha comandato ai nostri padri
di far conoscere ai loro figli,
perché la conosca la generazione futura,
i figli che nasceranno".

Israele è fiera della parola ricevuta dal Signore, che è per il popolo legge, conoscenza, sapienza, strada di vita. E' la gemma preziosa che passa dai padri ai figli, l'eredità da tramandare affinché ogni generazione abbia la gioia della fede.

"Essi poi si alzeranno a raccontarlo ai loro figli,
perché ripongano in Dio la loro fiducia
e non dimentichino le opere di Dio,
ma custodiscano i suoi comandi".
Raccontare e ricordare è necessario per trovare un senso alla propria vita. E le parole annunciate con la bocca colpiscono prima di tutto le proprie orecchie che riascoltano ed esultano per la morte scampata, per i pericoli allontanati dalla provvidenza del Signore.
E questo annuncio, che è il cuore della propria vita, è annunciato a chi si ama, a chi avrà la memoria dei padri impressa per sempre nella mente e nel cuore.

Quello che abbiamo vissuto, i passi cruciali che ci hanno fatto crescere, siamo noi, è la nostra consapevolezza di essere un dono e di essere curati e protetti dal Padre. Questa memoria si arricchisce di quella dei padri, della ricchezza della Chiesa e dell'antico Israele che ha conservato la Scrittura e la storia salvifica come la cosa più preziosa da tramandare.
In questi primi versetti il salmo ci fa pregare guardando con riconoscenza alla nostra storia e a quella benedetta di chi ci ha preceduto nella fede.
"Non lo terremo nascosto ai nostri figli", è un tesoro troppo importante ed è quello che lasciamo come sapienza, come gusto di una vita che ha trovato la sua gioia e la sua meta.

Commenti

  1. "Perché ripongano in Dio la loro fiducia". A questo mi spinge lo Spirito. Per questo mi è data la Parola di Dio. La mia fiducia solo in Dio è ben riposta. Il Signore è fedele e degno di fiducia. Deve crescere nel mio cuore come pianta che porta vita e guarigione. Pianta fragile, pianta divina, pianta che ridà vita.
    La fiducia guarisce il mio cuore ferito e lo apre a Dio e ai fratelli. Ripongo la mia fiducia in Dio, perché non venga meno, perché sia al sicuro da quanto potrebbe calpestarla. Preziosa è la fiducia, prezioso è l'Amore a cui la affido, prezioso è vivere fiducioso in Dio.

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  2. "Essi poi si alzeranno a raccontarlo ai loro figli,
    perché ripongano in Dio la loro fiducia
    e non dimentichino le opere di Dio,
    ma custodiscano i suoi comandi".

    Quanto valore ha lasciare questi insegnamenti ai figli.
    Nell'ottica ,delle cose che restano,che servono;utilitaristicamente parlando;queste HANNO il VALORE.......non i beni terreni che passano e che mi affanno per lasciarli poi a loro.

    FEDE in Dio ,in ciò che mi fa giornalmente!
    Anche solo con sussurri,gesta trasmetto la preziosità di questo BENE incalcolabile,funzionale al quotidiano.
    Non mi far desistere
    Dammi sempre pace
    amen

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