Vangelo del 5 ottobre 2021

Ha scelto la parte migliore
Lc 10, 38-42

"In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta»".

Troppo spesso pensando a Gesù si dimentica che fosse vero uomo e che il rapporto di amicizia era vitale per lui come lo è per noi. Una pagina come questa ci riporta ad una scena familiare, intima, riposante.
Forte è l'amicizia che lega Gesù ai tre fratelli di Betania, Marta, Maria e Lazzaro. La casa era situata nella strada che andava da Gerico a Gerusalemme, e quindi percorsa più volte da Gesù in visita alla città santa. Nel suo pellegrinare l'accoglienza e l'amicizia che lì trovava era un vero ristoro, un oasi di affetto in cui recuperava le forze.
"Non vi chiamo più servi...ma vi ho chiamato amici" (Gv 15, 15): Betania è profezia del rapporto affettivo che Gesù stringerà con tutta l'umanità.

"Gesù entrò in un villaggio".
Il Verbo si è fatto carne e ha posto la sua dimora in mezzo a noi (cfr. Gv 1, 14), dice Giovanni presentandoci Gesù.
Egli entra nei villaggi, entra nelle vite di chi incontra, nelle loro storie, nella più semplice quotidianità, stravolgendolo con un annuncio che supera l'affettività umana, che porta dentro l'amore fedele di Dio che è per ogni uomo e ogni donna.

"Una donna, di nome Marta, lo ospitò".
Non è una cosa consueta che una donna ospiti un maestro della legge, un rabbì. E per questo il Vangelo lo sottolinea come tutto l'inedito che accompagna le scelte e la vita di Gesù.
Nonostante le ovvie critiche non difficili da immaginare e ancora più taglienti a quel tempo in cui le donne erano scansate specialmente dagli uomini pii, Gesù è ospite e ospitante nel suo cuore di questa famiglia che accompagnerà nei momenti più difficili e drammatici.

"Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola".
Marta ospita e con lei tutta la sua casa. Coinvolge così tanto la sorella che quest'ultima si siede e ascolta, rapita da una parola mai ascoltata ma che aspettava da sempre.
Maria sta nella posizione del discepolo verso il maestro, posizione non confacente ad una donna ai tempi di Gesù a meno che non fosse la moglie o la figlia.
E' l'atteggiamento prezioso e necessario che Luca ci indica affinché anche noi troviamo e ci accoccoliamo in quel posto, in attenta attesa di ogni Parola che esce dalla sua bocca.

"Marta invece era distolta per i molti servizi".
Due gli atteggiamenti ugualmente necessari per un discepolo: il servizio e l'ascolto. E la domanda che spesso ci nasce dentro è quale sia il più necessario, quale imprescindibile e vitale per noi.
La pagina di oggi dice che viene prima l'ascolto. Assolutamente non si può procrastinare, non può essere secondo a niente. Solo in un rapporto vitale e continuo col Signore, il servizio assume la sua connotazione di attenta premura, ascolto delle esigenze dei fratelli e di coloro che ci sono affidati nel corso della vita.
Diversamente "i molti servizi" ci tolgono attenzione, assorbono tutte le energie, come se dipendesse tutto da noi. Ci "distolgono", ci tolgono dall'essenziale, dal senso per cui sono fatti e ci portano ad astio e separazione verso i fratelli a cui sarebbero rivolti.

Stare ai piedi di Gesù e bere le sue Parole è la via regale per l'accoglienza del Maestro e per la carità reciproca.
"Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta": è la parte messa da parte per ognuno, la nostra parte di eredità, il posto nostro riservato in prima fila, la nostra delizia che nessuno può toglierci perché ce l'ha donata il Figlio.


Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Gio 3, 1-10
Commento dell'08/10/2019 e Commento del 24/02/2021

Salmo 130 (129)
Commento del 15/03/2019 e Commento del 26/02/2021

Vangelo Lc 10, 38-42
Commento del 06/10/2020

Commenti

  1. "Maria seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola".
    Guardo a Maria di Betania
    e vedo l'essenziale.
    Guardo a Maria di Betania
    e vedo la parte migliore da scegliere.
    Seduta, nella quiete,
    senza agitazione, nella pace.
    Ai piedi del Signore, come discepola e maestro, con venerazione, con docilità.
    Ascoltava, attenta, innamorata, con cuore aperto, con mente libera.
    La sua parola, parola per me, per la mia vita, per la mia gioia, per la pienezza.
    "Maria seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola".

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  2. Una donna di nome Marta lo ospitò..
    Si per me è ospitale anche preparare agli avventori un posto ideale,un ambiente accogliente;
    una relazione a distanza....dite voi?
    No io dico,mi sbaglio,MA quella di Marta è una figura prevalente nel mio DNA;è operativa più del dovuto e ciò non significa che non ama.
    Io amo donando le mie opere;i FATTI.
    Sono sminuito(da chi),nei confronti di chi accarezza!
    Rispetto l'atteggiamento di Maria;ma io ripeto,sono più Marta.

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  3. A"fianco del campo di grano che dà nutrimento,
    che gli uomini rispettosamente coltivano e lavorano,
    […] a fianco del campo del pane quotidiano
    lasciano però gli uomini fiorire il bel fiordaliso.
    Nessuno lo ha piantato, nessuno lo ha innaffiato,
    indifeso cresce in libertà
    e con serena fiducia
    che la vita
    sotto il vasto cielo
    gli si lasci.
    A fianco di ciò che è necessario,
    […] anche ciò che è libero
    vuol vivere
    e crescere in faccia al sole.
    […] Il più prezioso, il più raro fiore
    – nato in un’ora felice
    dalla libertà dello spirito che gioca,
    che osa, che confida –
    è all’amico l’amico”.

    Le parole di Gesù (vv. 41-42) si collocano e possono essere lette nello stesso orizzonte vasto che Bonhoeffer evoca in questa poesia. La “parte buona” (v. 42) è la parte che sa ospitare in sé con amicizia il volto carico di parole e di senso di un altro inatteso. E allora, oltre all’efficienza del necessario, della cura indispensabile per il grano che la quotidianità richiede, oltre al ripetersi di attività, di servizi, di impegni che fanno il necessario della vita, la sfida è di lasciar spazio al fiordaliso, ovvero a quella gratuità nell’incontro con l’altro, a quella vicinanza attenta che della vita è profumo e colore.

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