Prima lettura del 21 settembre 2021
La misura del dono di Cristo
Ef 4, 1-7. 11-13
"Fratelli, io, prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore, avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace.
Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti.
A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. Ed egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, per preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all’uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo".
La lettera di Paolo ai cristiani di Efeso (Turchia) è ricca di affermazioni profonde su Cristo e quindi sui discepoli. L'apostolo è a Roma in carcere, intorno al 62 d.C., e, scrivendo alle comunità da lui fondate, evidenzia temi molto belli per la vita spirituale. La prigionia sembra aver smussato il suo carattere spigoloso e le sue riflessioni esprimono la certezza di una Chiesa unita in "Un solo corpo e un solo spirito"!
E' lo Spirito che, come "caparra" dei beni futuri, sostiene l'apostolo ed è dono universale per la comunità che, nel servizio vicendevole, scopre di essere assimilata al Cristo, uomo perfetto.
"A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo".
Ma i cristiani devono meritarsi la salvezza? E' il dilemma di sempre e Paolo risponde affermando che la grazia, cioè l'amore di Dio è dato "a ciascuno di noi".
E' un annuncio "cattolico" nel senso originario del termine, cioè "completo", "universale", con una visione di "tutto l'insieme". Non ci si può pensare come salvati solinghi, come privilegiati di santità staccati dalla maggioranza "sbagliata" o peccatrice!
La grazia è donata dallo Spirito a ciascuno e non è premio per chi ha scalato la vetta prima e meglio. La maniacale distinzione che porta a gruppi esclusivi "meritevoli" del dono, è cancellata una volta per tutte.
Il "tuttavia" nel testo sottolinea che non dipende dalla nostra bravura e che è data secondo una misura particolare.
"Secondo la misura del dono di Cristo".
Non è il nostro comportamento o la nostra fede la misura della grazia, ma è la generosità con cui Cristo si è fatto dono.
Se dovessimo partire da una misura umana, saremmo già pronti col bilancino, giudicando comunque a chi sarebbe giusto darne di più.
Ma Paolo sa bene che il Padre non soppesa con i nostri criteri, che è folle d'amore e dà secondo quanto ama lui, non secondo quando possiamo accogliere noi.
La grazia non dipende dal contenitore, ma dalla portata della sorgente che è Cristo, acqua viva che sgorga ancora di più se la sete è grande: "dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia" (Rm 5, 20).
La misura dell'amore è l'Amore, che non si può limitare, che non conosce avarizia! Riempie tutto, straripa, ci circonda, inonda chi è prossimo e chi è lontano.
Il Padre conosce un solo termine di paragone e su quello ha creato tutte le cose, con quel metro ha misurato il tempo e lo spazio, con quella capacità ha riempito l'universo.
"Una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo" (Lc 6, 38): questa misura è destinata a noi, l'amore sproporzionato e sovrabbondante del Padre che nel Cristo ha riempito l'universo!
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di Ef 4, 1-7.11-13
Commento del 21/09/2020
Salmo 19 (18), 1 - 7
Commento del 21/09/2019
Vangelo di Mt 9, 9-13
Commento del 05/07/2019
"A ciascuno di noi è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo".
RispondiEliminaCristo e il suo dono misura di ogni dono di Dio.
Non io, non quello che faccio, non quello che sono, ma Cristo è la misura.
Ricevo nella misura sovrabbondante del dono di Cristo.
"A ciascuno di noi è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo".
Benedetta generosità del Padre.
Benedetto colui che dona con larghezza.
Benedetta la Buona Notizia che fa esultate il mio cuore.
OGNUNO ha peculiarità avute in dono!
RispondiEliminaE tutti siamo PLURALITA' arricchendo i doni ricevuti di SPIRITO(Sommo dono)che trasforma tutto in COMUNIONE d'intenti;far prevalere perchè desiderato,voluto:lo
A M O R E.