Salmo di domenica 1 settembre 2024

Chi abiterà nella tua tenda?
Sal 15 (14),1-2

"1 Signore, chi abiterà nella tua tenda?
Chi dimorerà sulla tua santa montagna?

2 Colui che cammina senza colpa,
pratica la giustizia
e dice la verità che ha nel cuore".


Il Salmo 15 si rivolge a coloro che varcano la soglia del tempio dopo un lungo pellegrinaggio a Gerusalemme. Prima di entrare ci si ferma facendo memoria della carità verso i fratelli, vera premessa di ogni preghiera che vuole raggiungere il cielo.
L'elenco dei requisiti richiesti non sono quindi prescrizioni rituali o regole liturgiche; l'amore, la rettitudine, la giustizia verso il prossimo sono la chiave d'accesso di ogni credente.
Il profeta Michea usa lo stesso criterio del nostro salmista:
"Con che cosa mi presenterò al Signore,
mi prostrerò al Dio altissimo?
Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono
e ciò che richiede il Signore da te:
praticare la giustizia,
amare la bontà,
camminare umilmente con il tuo Dio" (Mi 6,6.8).


"Signore, chi abiterà nella tua tenda?"
L'immagine del tempio/tenda è una delle più belle e più intime che ci regala l'Esodo dall'Egitto. Il Signore è pellegrino tra i nomadi, sballottato dalle intemperie nel deserto come i suoi figli, ricoverato in una dimora di fortuna per essere accanto a schiavi che scappano da un padrone mortale.
L'ospite di una semplice tenda è immagine immediata dell'abbassamento di Dio a livello delle nostre situazioni, della sua benevolenza e fedeltà che non lascia orfani ma procede o si ferma con chi ama.
Il salmista si chiede chi sarà così fortunato da abitare in questa umile dimora da beduini che diventa alcova, residenza regale, luogo sacro in cui trovare ristoro.
Il tempio in cui sta entrando non è altro che il memoriale della "Shekhinah", presenza in una tenda, vera e rivelativa gloria del Signore in mezzo al suo popolo.

"Chi dimorerà sulla tua santa montagna?"
Il cuore lo rimanda ad un altro luogo fondamentale di incontro nell'Esodo.
Il monte Sion era stato il luogo dell'appuntamento con Dio, del dono delle tavole della legge, della rivelazione che aveva trasfigurato e reso radioso il volto di Mosè.
Lui solo sale e rimane alla presenza di Dio.
Come entrare in questa stessa esperienza?
E' la domanda che il salmista si pone sulla soglia del tempio, apice della dimora santa perché costruito, secondo la tradizione, sul monte Sion, e dove, molto più tardi, il Cristo sarà innalzato sulla croce, vero Tempio e dimora dell'Altissimo.

"Colui che cammina senza colpa".
Alla lettera sarebbe impossibile cercare qualcuno senza peccato che vi possa entrare! (cfr. Gv 8,7).
Ma il Salmo non intende il fatto di essere impeccabili, ma piuttosto di essere animati dal desiderio di camminare senza colpa.
Noi sappiamo che si può nella riconciliazione continua, aspirando a vivere del perdono del Signore ogni giorno, dono che Gesù ci invita a chiedere nel "Padre nostro": quello di rimettere a noi i debiti d'amore.

"Pratica la giustizia".
Praticare la giustizia sembrerebbe materia per avvocati e giudici; ma nel linguaggio biblico e nella tradizione d'Israele corrisponde al nostro prendersi cura dei poveri, soccorrere i bisognosi, ristabilire equità e dignità per ogni uomo e donna.
Zedaqah, in ebraico, significa letteralmente giustizia, ma è usato come sinonimo di carità. La distribuzione dei beni e delle ricchezze che dia una vita dignitosa a tutti, è un atto di giustizia, ma prima ancora d'amore per i fratelli.

"E dice la verità che ha nel cuore".
È una caratteristica prima di tutto di Dio che è retto, semplice, fedele.
Fatti a sua immagine, dentro di noi è innata la consapevolezza che fare la doppia faccia, parlare con falsità, è una lesione alla dignità propria e a quella del prossimo. La verità che abbiamo nel cuore, messa in noi con la scintilla divina che ci ha fatti, ci fa desiderare correttezza e franchezza.
 
Il Salmo non stende manuali di morale o libretti per il perfetto credente. Indica una rettitudine reale, concreta, quotidiana, da vivere nelle piccole cose di ogni giorno, che diventano accesso ad una santità speciale, quella condivisa e abitata con un familiare unico, il Signore.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Dt 4,1.5-9
Commento del 23/03/2022

Salmo 15 (14)
Commento del 19/02/2020

Seconda lettura di Gc 1,19-27
Commento del 16/02/2022

Vangelo di Mc 7,1-13
Commento del 08/02/2022

Commenti

  1. Signore, chi abiterà nella tua tenda?
    Chi?
    Senza di TE,io non ho titoli per abitarla!
    E' TUA grazia donarmi una luce nuova,che parte da propositi nuovi per il mio cuore,da dove,
    ...poi escono solo,.......si solo Parole,,,,
    di comunione e benedizione.
    Grazie,mio papà

    RispondiElimina
  2. "Dice la verità che ha nel cuore".
    Libertà.
    Forza.
    Umiltà.
    "Dice la verità che ha nel cuore".
    È una possibilità meravigliosa.
    È esplosione di vita.
    È un evento nello Spirito.
    "Dice la verità che ha nel cuore".

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