Prima lettura del 17 agosto 2020
Gemerete l’uno con l’altro
Ez 24,15-24
"Mi fu rivolta questa parola del Signore:
«Figlio dell’uomo, ecco, io ti tolgo all’improvviso colei che è la delizia dei tuoi occhi: ma tu non fare il lamento, non piangere, non versare una lacrima. Sospira in silenzio e non fare il lutto dei morti: avvolgiti il capo con il turbante, mettiti i sandali ai piedi, non ti velare fino alla bocca, non mangiare il pane del lutto».
La mattina avevo parlato al popolo e la sera mia moglie morì.
La mattina dopo feci come mi era stato comandato e la gente mi domandava: «Non vuoi spiegarci che cosa significa quello che tu fai?».
Io risposi: «La parola del Signore mi è stata rivolta in questi termini: Annuncia agli Israeliti: Così dice il Signore Dio: Ecco, io faccio profanare il mio santuario, orgoglio della vostra forza, delizia dei vostri occhi e anelito delle vostre anime. I figli e le figlie che avete lasciato cadranno di spada. Voi farete come ho fatto io: non vi velerete fino alla bocca, non mangerete il pane del lutto. Avrete i vostri turbanti in capo e i sandali ai piedi: non farete il lamento e non piangerete, ma vi consumerete per le vostre iniquità e gemerete l’uno con l’altro. Ezechièle sarà per voi un segno: quando ciò avverrà, voi farete proprio come ha fatto lui e saprete che io sono il Signore»".
Ezechiele è il profeta dei segni che svegliano il popolo, simboli donati per la dolorosa situazione in cui versa ma che evita di guardare apertamente.
Già il regno del Nord si è disgregato. Solo il Regno di Giuda si illude di reggere al pressante dilagare degli Assiri.
Ancora una volta le vicende della vita del profeta Ezechiele diventano un segno per tutto Israele. Si compie nella sua vita, in anteprima, ciò che sarà il destino che di lì a poco si abbatterà implacabile sul popolo.
"Mi fu rivolta questa parola del Signore".
Ezechiele ascolta una parola che si incarna nella sua vicenda umana. È il cammino di sempre del Logos di Dio: la parola detta a noi, vive delle nostre stesse vite ed è pronunciata perché diventi carne nostra.
"Figlio dell’uomo, ecco, io ti tolgo all’improvviso colei che è la delizia dei tuoi occhi".
Anche il profeta è uno del popolo, subisce le stesse difficoltà, le sofferenze che nessun uomo può evitare.
La morte improvvisa della moglie di Ezechiele è un evento così tragico che potrebbe offuscare lo sguardo di fede del profeta.
Ella è l'amata, "la delizia" che fa felice gli occhi. Dove troverà conforto e luce?
La parola di Dio lo aiuta prima, profeticamente, ad affrontare questo dolore terribile.
Anche Israele perderà la città che deliziava il cuore, Gerusalemme.
La Scrittura non teme di dire che dietro ogni cosa c'è l'intervento di Dio che conduce tutto verso la realizzazione del suo piano di salvezza.
Un altro cedente della Scrittura, Giobbe, di fronte la morte avrà il coraggio di dire:
"Il Signore ha dato, il Signore ha tolto,
sia benedetto il nome del Signore!" (Gb 1, 21).
"Ma tu non fare il lamento, non piangere, non versare una lacrima".
Ecco le caratteristiche del segno per il profeta e per Israele: non deve prostrarsi nel lutto, non deve cercare conforto nel pianto.
Ezechiele è privato della possibilità di vivere appieno l'esperienza di morte della persona più cara. Egli rimane vedovo, senza parole e senza lacrime.
E' una richiesta molto dolorosa che il Signore gli fa: alla perdita si aggiunge l'impossibilità di esternare il dolore e quindi di richiedere il sostegno degli amici.
"Sospira in silenzio e non fare il lutto dei morti: avvolgiti il capo con il turbante, mettiti i sandali ai piedi, non ti velare fino alla bocca, non mangiare il pane del lutto".
Nessun segno tradizionale di lutto, ma i sandali ai piedi, il turbante delle grandi occasioni: tutto è pronto per un viaggio.
A una grande perdita segue l'esilio. Si configura sempre più chiaramente quale sorte è pronta all'orizzonte per il popolo infedele e testardo.
"La mattina avevo parlato al popolo e la sera mia moglie morì".
Deve essere terribile proferire parole che si realizzano immancabilmente nella propria vita!
Ma nella Scrittura alla parola segue il segno. Legati intimamente queste due cose parlano e mostrano che non è un caso il corso della storia, ma è azione di Dio che conduce verso un progetto che non è il nostro.
"La mattina dopo feci come mi era stato comandato e la gente mi domandava: «Non vuoi spiegarci che cosa significa quello che tu fai?».
Questo modo unico di affrontare la perdita della persona cara suscita l'attenzione dei concittadini di Ezechiele. Hanno visto ed ora c'è bisogno ancora dell'annuncio perché tutto diventi comprensibile.
Ai sospiri in silenzio segue l'annuncio, la catechesi sul segno:
"Così dice il Signore Dio: Ecco, io faccio profanare il mio santuario, orgoglio della vostra forza, delizia dei vostri occhi e anelito delle vostre anime. I figli e le figlie che avete lasciato cadranno di spada. Voi farete come ho fatto io: non vi velerete fino alla bocca, non mangerete il pane del lutto. Avrete i vostri turbanti in capo e i sandali ai piedi: non farete il lamento e non piangerete, ma vi consumerete per le vostre iniquità e gemerete l’uno con l’altro".
Il tempio profanato, i giovani uccisi dalla spada nemica, la spietatezza dei nemici che non concede neanche la pratica pietosa del lutto: tutto questo metterà a nudo le iniquità della nazione santa che sembra finita ma che verrà sottoposta alla purificazione dell'esilio.
"Ezechièle sarà per voi un segno: quando ciò avverrà, voi farete proprio come ha fatto lui e saprete che io sono il Signore".
Le scelte fatte lontano dal Signore hanno distrutto la libertà ricevuta in dono in tanti anni di guida e di provvidente cura.
L'orgoglio di Israele non era stato più l'essere figlio primogenito, prediletto dal Signore, ma il tempio, il potere, il regno. Tutti idoli che erano destinati a sgretolarsi e distruggersi.
Ezechiele con la sua vita provata dalla morte non è fuori da questa vicenda comunitaria, anzi, ne è segno, donato perché il popolo torni a credere nell'unico Signore.
Tutte le divisioni che avevano portato i due regni uno contro l'altro, gli interessi personali preferiti a quelli di coesione nazionale, vengono messi da parte nel lutto che si abbatte su tutta la nazione.
"Gemerete l'uno con l'altro" annuncia Ezechiele: l'esilio ricompatterà i cuori nella solidarietà; l'essere appartenenti allo stesso popolo santo tornerà a galla.
Pagine come queste svegliano anche noi: la lettura che facciamo della nostra vita ha bisogno dello scossone della Parola per tornare ad un'autentica sequela e per abbandonare arroganti pretese di "furbizia" e di potere sulle nostre possibilità.
È un cammino dello Spirito, che smonta false illusioni e ci rimette in cammino dietro al Signore della nostra vita.
"Ezechièle sarà per voi un segno". Un profeta non è tale solo per la parola ma anche con le vicende della sua vita. Ezechiele rimane vedovo, segno del lutto che sta per travolgere Israele portato in esilio. La storia delle nostre vite parla. La vita è fragile e passeggera. Morte, malattia, precarietà, non sono eventi straordinari che colpiscono qualche sfortunato. Ogni vita è segnata da queste cose. La mia vita è segnata da queste cose. Guardare questo negli altri deve preparare il mio cuore. La stoltezza di chi pensa di essere immune abbandoni la mia vita. Quello che vedo, unito alla Parola che ascolto, mi diano finalmente la vera sapienza.
RispondiEliminaL invito l'ordine che il Signore importisce al profeta mi sorprende..."figlio dell' uomo, ecco io ti tolgo all improvviso colei che e la delizia..." Non posso pensare che Lui voglio la mia la nostra insensibilità, ma la conclusione della lettura mi aiuta a comprendere:" Ezechiele sarà per voi un segno..." Sì Ezechiele diventa un segno per indicarmi come devo vivere e metabolizzare i passaggi difficili della vita. Quindi non lamento ma capace di rispondere con responsabilità e sapienza agli eventi della vita
RispondiEliminaMi fu rivolta la PAROLA...
RispondiEliminaÈ vita
È pace, luce, interiorizzare il proprio IO
ACCETTARE ed OBBEDIRE
Onestamente altro non puoi, di fronte ad un evento che ti segna...
Salmo 22
Chi se lo scorda.
Pugni nello stomaco.
............
Lacrima
La lotta eterna interiore per accettare la volontà di Dio... La vita ci toglie inevitabilmente qualcuno o qualcosa senza i quali ci si sente morire... Ma non si muore... Se la vita è dono anche il riadattamento lo è.... Per vivere ed arrivare vivi alla morte... Salvami Signore
RispondiElimina