Seconda lettura di domenica 23 agosto 2020

A lui la gloria
Rm 11, 33-36

"O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!
Infatti, chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore?
O chi mai è stato suo consigliere?
O chi gli ha dato qualcosa per primo
tanto da riceverne il contraccambio?
Poiché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli. Amen".


Stupore contemplativo caratterizza questa breve preghiera di Paolo, al termine dei primi undici capitoli della lettera ai Romani. L'apostolo ha ripercorso tutta l'opera del Signore tra gli ebrei e i pagani, mettendo in luce la sua misericordia e la spropositata compassione per ogni uomo, a qualsiasi luogo e religione appartenga.
La stessa vita di Paolo è innestata in questa grande storia d'amore, sintesi e unione tra l'ebraismo e tutte le altre nazioni che non conoscevano le Scritture
Scrivendo Paolo ha annunciato a se stesso: ora il suo cuore è colmo di gratitudine e si apre alla lode.

"O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio!"
Paolo ha l'impressione di aver gettato lo sguardo in un abisso luminoso, nel mistero profondo di Dio, dove la ricchezza della vita, della sapienza e della conoscenza non hanno confini. Gli occhi e il cuore si sono colmati di un'infinita ricchezza di amore e di attenzione per l'umanità.

"Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!"
Più si entra nella conoscenza del Signore, nelle vie che lui ha mostrato per arrivare a lui, e più ci si rende conto che la sua Sapienza riempie il mondo e che siamo piccoli di fronte a quello che la Rivelazione ci mostra!
Il Signore non ha limiti: la nostra povertà umana non può sondare la sua capacità di vedere dentro le cose giudicandole, cioè portandole alla salvezza, e il suo braccio potente agisce dove per noi è impossibile operare.

"Infatti, chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore?
O chi mai è stato suo consigliere?"

Due domande retoriche, che sottolineano che nessuno mai ha potuto penetrare la sapienza del Signore che regge l'universo ed essere capace di consigliarlo, di suggerire soluzioni e vie per la salvezza.
Isaia proclama:
"Quanto il cielo sovrasta la terra,
tanto le mie vie sovrastano le vostre vie,
i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri" (Is 55, 9).

C'è una distanza indiscutibile tra la nostra limitata capacità intellettiva e l'omnicompresione del Signore!
Eppure, nella nostra arroganza pensiamo di poter essere per lui ispiratori di soluzioni per tutti i mali del mondo!

"O chi gli ha dato qualcosa per primo
tanto da riceverne il contraccambio?"

Altro piano dove il Signore risulta insuperabile: è sua l'iniziativa in ogni cosa. Lui per primo si muove in cerca dell'uomo e il nostro cammino è sempre risposta al suo amore. Tutta la Scrittura ci testimonia l'iniziativa divina che ci precede:
"In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati" (1Gv 4, 10).

"Poiché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose".
Bellissima professione si fede: tutto nasce da lui, tutto torna a lui, tutto vive per lui! Il Signore è sorgente, approdo e via di ogni vita.
Tutta la creazione porta impresso il dito di Dio che l'ha fatta: è un DNA che la costituisce e l'attraversa. Fermandosi a leggere profondamente la natura si trovano le tracce del Padre di tutto.

"A lui la gloria nei secoli. Amen".
Davanti all'impossibilità di raggiungerlo, di stargli a pari, di averlo come amico, nasce lo stupore perché è lui che è disceso fino a noi, che si è fatto uomo, nato e allattato da una mamma, compagno di cammino di uomini, ospite nella loro casa!
Solo la lode eterna è la risposta vera a tanto amore e a questa salvezza carnale, vicina, umana che Cristo ha scelto rinunciando alla sua differenza abissale da noi affinché, attraverso lui, raggiungessimo il Padre.


Il libro di Giobbe ci potrebbe aiutare ad entrare ancora di più in questa intuizione di Paolo; andrebbero letti gli ultimi capitoli proprio per la lunga catechesi che fa, ridicolizzando la pretesa umana di essere più lungimirante del Signore nel decidere le sorti dell'umanità.
"Chi mai gli ha imposto il suo modo d'agire
o chi mai ha potuto dirgli: «Hai agito male?».
Ricòrdati di lodarlo per le sue opere,
che l'umanità ha cantato" (Gb 36, 23-24).

Per l'uomo rimane solo la lode per esternare la riconoscenza orante a questo magnifico disegno divino.

Lodare è il vertice del fedele che si tuffa nella Sapienza riconoscendo che, per darci la possibilità di vita, ci ha fatto posto nella sua esistenza e ci ha preparato una culla creando l'universo e la terra.

Commenti

  1. "Poiché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose". La parola Dio non basta più. Sorgente, approdo, vita di ogni vita, tutto di ognuno, tutto in tutti, realtà di ogni cosa, essere di ogni essere...Il silenzio è la risonanza giusta. Silenzio e accoglienza di ogni cosa in Lui. Silenzio e gioia per ogni cosa in Lui. Silenzio e fiducia perché ogni cosa corre verso Lui. Io in tutto questo, da Lui, con Lui, verso Lui ritorno.

    RispondiElimina
  2. inaccessibili le SUE vie.........
    mi risuonano i gg.all'inizio del mio cammino verso di TE...,volevo risposte estte,matematiche dalla mia guida del momento,sulle TUE VIE...!?
    E chi terreno le sa,dico oggi.
    Mi hai lasciato le Scritture,che vanno interpretate bene,altrimenti l'annuncio del Regno è solo per chi lo merita...........
    Grazie Signore per la TUA elargizione.

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Perché un blog con questo titolo?!

Vangelo del 12 gennaio 2019

Vangelo dei domenica 13 gennaio 2019

Salmo 23 per il mio papà

Prima lettura del 21 agosto 2019