Prima lettura dell'11 agosto 2020

Dolce come il miele
Ez 2,8-3,4

"Così dice il Signore: «Figlio dell’uomo, ascolta ciò che ti dico e non essere ribelle come questa genìa di ribelli: apri la bocca e mangia ciò che io ti do». Io guardai, ed ecco, una mano tesa verso di me teneva un rotolo. Lo spiegò davanti a me; era scritto da una parte e dall’altra e conteneva lamenti, pianti e guai.
Mi disse: «Figlio dell’uomo, mangia ciò che ti sta davanti, mangia questo rotolo, poi va’ e parla alla casa d’Israele». Io aprii la bocca ed egli mi fece mangiare quel rotolo, dicendomi: «Figlio dell’uomo, nutri il tuo ventre e riempi le tue viscere con questo rotolo che ti porgo». Io lo mangiai: fu per la mia bocca dolce come il miele. Poi egli mi disse: «Figlio dell’uomo, va’, rècati alla casa d’Israele e riferisci loro le mie parole»".


Di cosa si nutre un profeta nella sua missione? Da dove prende fiducia e coraggio nel portare la Parola del Signore ai fratelli?

La lettura di oggi risponde: proprio dalla Parola che gli viene donata per essere annunciata! Ciò che ascolta, prima di tutto, nutre lui e poi il profeta può nutrire i suoi fratelli.

"Così dice il Signore: «Figlio dell’uomo, ascolta ciò che ti dico e non essere ribelle come questa genìa di ribelli: apri la bocca e mangia ciò che io ti do»".
Ezechiele è parte integrante del suo popolo e patisce le stesse sofferenze e gli stessi limiti dei suoi connazionali.
Il Signore vuole guarirlo dalla ribellione che ha già contagiato il cuore del popolo.

Ha bisogno di lui, che divenga docile all'ascolto affinché contagi le orecchie degli Israeliti, con i timpani induriti dalla paura e dall'idolatria.
La medicina va mangiata, cioè deve entrare nel profondo, farsi carne per risanare.

"Io guardai, ed ecco, una mano tesa verso di me teneva un rotolo".
Un misterioso rotolo, un libro diremmo noi oggi, è presentato ad Ezechiele. È una visione che mostra al profeta simbolicamente la forza della sua missione.
L'immagine dei rotoli, preziosi e rari, rimanda a messaggi riservati a pochi, a coloro che erano introdotti nella conoscenza di scritture misteriche.
Il profeta è un iniziato: "Ecco, io vengo. Sul rotolo del libro di me è scritto, che io faccia il tuo volere" (Sal 40, 8-9), ma il suo compito è di rivelare a tutti le parole che assimila e di cui si nutre.

"Lo spiegò davanti a me; era scritto da una parte e dall’altra e conteneva lamenti, pianti e guai".
Le Scritture sono dispiegate davanti ad Ezechiele; sono suppliche del Signore, avvertimenti, incitamenti a tornare su una via di fede per un popolo che non ascolta perché incapace ormai di sintonizzarsi con un Dio che gli è diventato estraneo.


"Mi disse: «Figlio dell’uomo, mangia ciò che ti sta davanti, mangia questo rotolo, poi va’ e parla alla casa d’Israele»".
Questa è la missione: mangia e va, ascolta e annuncia, nutriti e porta luce alla casa di Israele.

"Io aprii la bocca ed egli mi fece mangiare quel rotolo, dicendomi: «Figlio dell’uomo, nutri il tuo ventre e riempi le tue viscere con questo rotolo che ti porgo»".
Il profeta obbedisce e quella parola-cibo che entra nel profondo e sazia, riempie Ezechiele del cibo che manca al popolo.

"Io lo mangiai: fu per la mia bocca dolce come il miele".
Nonostante ci è stato detto il contenuto del rotolo, Ezechiele mangiandolo lo sente dolce come il miele.
È significativo: lamenti, pianti e guai sono il risvolto amaro di una parola dolce, di una parola di bene che ha come obiettivo la salvezza, non la perdizione o il giudizio di condanna sul popolo.
Ciò che muove il Signore è sempre l'amore, recuperare figli dispersi è il suo intento: per questo invia i profeti!

Chi è sintonizzato sulle parole del Signore e lo ascolta come Padre, sa che i suoi giudizi sono salvifici: "più dolci del miele e di un favo stillante (Sal 18,11).

"Poi egli mi disse: «Figlio dell’uomo, va’, rècati alla casa d’Israele e riferisci loro le mie parole»".
Il nutrimento è completo, le Scritture assimilate, la crescita del profeta si è realizzata.
Finalmente Ezechiele può presentarsi al popolo e annunciare loro la parola salvifica, la volontà di Dio che non lascia i figli in balia dei loro errori e che si perdano nelle loro vie vane e inconsistenti.

La Parola và accolta nella sua interezza: lamenti e guai sembrano arrivarci in un primo ascolto, ma credere che il Signore ama ci fa entrare in una fiducia profonda e le parole accolte svelano la dolcezza del nutrimento, il pane di vita, l'acqua che disseta per sempre.

Il profeta, nutrito per primo, può annunciare senza scoraggiarsi alle prime reazioni di scetticismo e resistenza.
La dolcezza e la forza della parola profetica ci nutre come saziò Israele nel deserto, e ha benefici su tutta la nostra vita che si illumina con la luce di Cristo.
È il cammino che ogni discepolo deve fare, è il cammino che anche Gesù ha fatto prima di evangelizzare.
L'esperienza di Ezechiele riecheggia in quella di Gesù, tentato dal diavolo nel deserto: "Non di solo pane vivrà l'uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio" (Mt 4, 4).

Ascoltando giorno per giorno, la Parola diventa nutrimento necessario da gustare come miele, ed esce dalla bocca per nutrire altri fratelli assetati di verità e pace.

Commenti

  1. "Apri la bocca e mangia ciò che io ti do". Confidenza del profeta con il suo Dio che lo imbocca. Un libro di Parola di Dio va mangiato, masticato, gustato, digerito. Metafora leggera del mistero della Parola che nutre, che delizia, che rende dolce la nostra bocca. Così è veramente la Parola: non ordine, non imposizione, non legge, ma miele al palato. Finché non sento il miele non mi fermo nel mangiare, meditare, ricordare, ascoltare con la mente e il cuore, la Parola che Dio mi rivolge. Apri la bocca, dice il Signore, perché la voglio riempire delle mie Parole di Vita.

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  2. La Fagocitosi è la capacità posseduta da diverse cellule di ingerire materiali estranei e di distruggerli.MANGIARLI.
    A questo anelo.
    Da solo no..con la preghiera,la perseveranza nel "frequentarti" posso finalmente diventare tutt'uno con la TUA Parola.
    Amen

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  3. Come e con il profeta anche io sono invitata a nutrirmi del rotolo che mi viene offerto ogni giorno nell ascolto della Parola di Dio. E anche io come il profeta che annota una certa soddisfazione lo mangiai fu per la mia bocca dolce come il miele. Ogni Parola mangiata masticata ruminata digerita fatta mia diventa miele al mio palato. Grazie mio Dio, grazie mia Presenza, grazie mia Parola.

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  4. Mangiare la Parola... Nutrirsi di un cibo di vita... Non essere ribelle.... Così sia

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