Salmo del 24 agosto 2020


Tu dai loro il cibo
Sal 145, 13-21

"13 Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.

Fedele è il Signore in tutte le sue parole
e buono in tutte le sue opere.

14 Il Signore sostiene quelli che vacillano
e rialza chiunque è caduto.

15 Gli occhi di tutti a te sono rivolti in attesa
e tu dai loro il cibo a tempo opportuno.

16 Tu apri la tua mano
e sazi il desiderio di ogni vivente.

17 Giusto è il Signore in tutte le sue vie
e buono in tutte le sue opere.

18 Il Signore è vicino a chiunque lo invoca,
a quanti lo invocano con sincerità.

19 Appaga il desiderio di quelli che lo temono,
ascolta il loro grido e li salva.

20 Il Signore custodisce tutti quelli che lo amano,
ma distrugge tutti i malvagi.

21 Canti la mia bocca la lode del Signore
e benedica ogni vivente il suo santo nome,
in eterno e per sempre".


Abbiamo meditato la prima parte del salmo nella liturgia del 12 dicembre dell'anno scorso nei versetti dall'1 al 12. Oggi ci soffermiamo sui versetti finali, completando la poesia con cui il salmista canta e loda.
In ebraico, infatti, i Salmi sono chiamati "tehillim", lodi!
La fedeltà, la bontà, la giustizia, le opere di liberazione: tanti sono i motivi per lodare il Signore!

"Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni".

Per sempre e per tutti: sono le due coordinate fondamentali del Regno di Dio, di cui il Vangelo parla con insistenza.
La promessa si spande come un'onda su tutte le generazioni, abbracciando storie, volti, esperienze diverse e tutte fanno parte di un'unica storia: il Regno eterno del Padre!

"Fedele è il Signore in tutte le sue parole
e buono in tutte le sue opere".

La fedeltà del Signore si manifesta nell'annuncio e nei fatti. Israele con la sua storia testimonia tutto questo. Da parte del popolo una storia di infedeltà e idolatria, dall'altra la fedeltà di Dio che non viene mai meno e continua a beneficare figli che non avrebbero un futuro senza di lui.

"Il Signore sostiene quelli che vacillano
e rialza chiunque è caduto".

Gesù ha un nome preferito per colui che è il sostegno di Israele: Padre!
E' colui che ha compassione dei suoi figli e in ogni modo li sostiene e li rialza una volta caduti.
La caduta può essere intesa come inciampo: l'uomo inciampa in uno "scandalo", un peccato che gli fa perdere la via, in una convinzione errata della propria fede.
Oppure come profondo sconforto per i mali della vita che piegano tutti i cuori.
In tutte le bassezze, in tutte le disperazioni, il Signore protende la mano e attira fino a lui chi non riesce a rialzarsi.

"Gli occhi di tutti a te sono rivolti in attesa
e tu dai loro il cibo a tempo opportuno.
Tu apri la tua mano
e sazi il desiderio di ogni vivente".

Tenera immagine che evoca una mamma protesa nel nutrire, vigilante affinché, a tempo debito, non manchi niente di ciò che è necessario ai figli.
Chi dona la vita la alimenta e la sostiene, non permette che venga meno: così è il Dio vivente per l'umanità e ogni vivente che ha creato con amore.

"Giusto è il Signore in tutte le sue vie
e buono in tutte le sue opere".

È una significativa affermazione di fiducia nei confronti dell'operato del Signore. Le avversità della vita portano il credente a "mormorare" contro Dio, come Israele nel deserto. Il Salmista riconosce al Signore il suo modo retto, giusto dei suoi atti. Ed è questa la nostra salvezza!

"Il Signore è vicino a chiunque lo invoca,
a quanti lo invocano con sincerità".

Nessuna invocazione va a vuoto o rimane inascoltata da un Dio distratto. La sincerità dell'invocazione è data dal distacco dagli idoli che spesso crescono nel cuore dei credenti.

"Appaga il desiderio di quelli che lo temono,
ascolta il loro grido e li salva".

I desideri che nascono dalla fede (chiamato "timore di Dio" nella Bibbia) vengono esauditi dal Signore con larghezza.
Non è il genio della lampada che esaudisce qualunque desiderio, ma è schierato a favore di coloro che soffrono e che sono "perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli" (Mt 5, 10).

"Il Signore custodisce tutti quelli che lo amano,
ma distrugge tutti i malvagi".

Custode e distruttore, come il bastone e il vincastro del pastore nel salmo 23. È attento a custodire chi cammina nella fede spronando col bastone le pecore nel cammino ed è solerte nel distruggere i piani dei nemici, i lupi che vogliono sbranare le pecore.

La conclusione di chi si pone davanti al Signore contemplando la cura e la dedizione che ha per i figli bisognosi di tutto, dal nutrimento al conforto, dalla giustizia alla difesa, non può essere che la lode!
"Canti la mia bocca la lode del Signore
e benedica ogni vivente il suo santo nome,
in eterno e per sempre".

L'invito è per tutte le generazioni a venire e si allarga a cerchi concentrici dal salmista fino agli estremi confini della terra in cui abitano essere viventi.
Alla lode partecipa quindi tutta la creazione perché: "Nel mistero della gloria tutte le creature acquistano il loro significato trascendentale: «oltrepassano» se stesse per aprirsi a colui, nel quale hanno il loro inizio e la loro meta" (Giovanni Paolo II 12/03/1986).

Commenti

  1. "Il Signore è vicino a chiunque lo invoca". Consolazione e pace mi vengono da questa parola benedetta. Invocarlo lo rende vicino. Potenza di una parola a cui la Parola lega la sua presenza. Chiedere, desiderare, cercare la Sua presenza, lo rende presente. Riposo in questa invocazione realizzata. Invocazione è presenza, mia e sua, qui, ora. Vicino a me che invoco, presente con me nel mio tempo. Invoco in ogni tempo e in ogni luogo per gustare una vicinanza, la più desiderata, la più necessaria, che ogni altra cosa rende vicina e prossima.

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  2. il Signore sostiene quelli che vacillano.....
    Meno male,senza questa possibilità,io dove sarei finito?
    Grazie per la TUA pazienza infinita,la TUA misericordia
    la TUA ala protettrice....

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  3. Tu Signore sei un Padre attento a tutti i bisogni:
    ti affidiamo le nostre giornate,
    sostienici,
    facci sentire la Tua presenza nei momenti di smarrimento

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