Prima lettura del 21 agosto 2020
"In quei giorni, la mano del Signore fu sopra di me e il Signore mi portò fuori in spirito e mi depose nella pianura che era piena di ossa; mi fece passare accanto a esse da ogni parte. Vidi che erano in grandissima quantità nella distesa della valle e tutte inaridite.
Mi disse: «Figlio dell’uomo, potranno queste ossa rivivere?». Io risposi: «Signore Dio, tu lo sai». Egli mi replicò: «Profetizza su queste ossa e annuncia loro: “Ossa inaridite, udite la parola del Signore. Così dice il Signore Dio a queste ossa: Ecco, io faccio entrare in voi lo spirito e rivivrete. Metterò su di voi i nervi e farò crescere su di voi la carne, su di voi stenderò la pelle e infonderò in voi lo spirito e rivivrete. Saprete che io sono il Signore”». Io profetizzai come mi era stato ordinato; mentre profetizzavo, sentii un rumore e vidi un movimento fra le ossa, che si accostavano l’uno all’altro, ciascuno al suo corrispondente. Guardai, ed ecco apparire sopra di esse i nervi; la carne cresceva e la pelle le ricopriva, ma non c’era spirito in loro.
Egli aggiunse: «Profetizza allo spirito, profetizza, figlio dell’uomo, e annuncia allo spirito: “Così dice il Signore Dio: Spirito, vieni dai quattro venti e soffia su questi morti, perché rivivano”». Io profetizzai come mi aveva comandato e lo spirito entrò in essi e ritornarono in vita e si alzarono in piedi; erano un esercito grande, sterminato.
Mi disse: «Figlio dell’uomo, queste ossa sono tutta la casa d’Israele. Ecco, essi vanno dicendo: “Le nostre ossa sono inaridite, la nostra speranza è svanita, noi siamo perduti”. Perciò profetizza e annuncia loro: “Così dice il Signore Dio: Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nella terra d’Israele. Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi farò uscire dai vostri sepolcri, o popolo mio. Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nella vostra terra. Saprete che io sono il Signore. L’ho detto e lo farò”». Oracolo del Signore Dio".
La speranza e i suoi segni restano il grande tema di ogni profezia. In questa visione che lascia senza fiato fino alla fine, Ezechiele descrive una rinascita impossibile, una resurrezione che solo lo Spirito del Dio vivente può operare.
"In quei giorni, la mano del Signore fu sopra di me e il Signore mi portò fuori in spirito e mi depose nella pianura che era piena di ossa; mi fece passare accanto a esse da ogni parte. Vidi che erano in grandissima quantità nella distesa della valle e tutte inaridite".
È un'esperienza dello spirito quella che il profeta vive, totalmente coinvolto e trasportato in ciò che il Signore gli annuncia. Un vecchio campo di battaglia, con i resti umani ormai ridotti ad ossa sbiancate dalle intemperie, è una delle scene di morte più drammatiche!
È un segno di sconfitta, una battaglia sanguinaria che ha visto cadere migliaia di giovani da entrambi gli schieramenti.
Che senso di desolazione e sconforto prevale davanti agli sforzi umani che portano solo sofferenze e morte! La distesa di ossa è l'unica traccia rimasta di vite che hanno combattuto invano.
"Mi disse: «Figlio dell’uomo, potranno queste ossa rivivere?». Io risposi: «Signore Dio, tu lo sai»".
È la classica domanda fatta per suscitare la fede nel veggente davanti alla quale la risposta umana è sempre negativa. Ezechiele rimette a Dio la soluzione perché ha già fatto esperienza che a lui sia possibile ogni cosa, perfino riportare la vita in situazioni estreme.
"Egli mi replicò: «Profetizza su queste ossa e annuncia loro: “Ossa inaridite, udite la parola del Signore»".
Con la forza della sua Parola il Signore ha creato l'universo, con la stessa Parola annunciata dal profeta il Signore ridona la possibilità di ascolto a orecchie marce, a timpani atrofizzati.
La Parola che aleggiava sull'abisso (cfr. Gn, 1, 2) adesso risuona in questo immenso cimitero.
"Così dice il Signore Dio a queste ossa: Ecco, io faccio entrare in voi lo spirito e rivivrete. Metterò su di voi i nervi e farò crescere su di voi la carne, su di voi stenderò la pelle e infonderò in voi lo spirito e rivivrete. Saprete che io sono il Signore”.
Lo Spirito è invocato affinché penetri in quei corpi che lo hanno perso. Sembra di vederli questi muscoli e nervi che riprendono il loro posto, come in un film fantasy!
"Io profetizzai come mi era stato ordinato; mentre profetizzavo, sentii un rumore e vidi un movimento fra le ossa, che si accostavano l’uno all’altro, ciascuno al suo corrispondente".
L'annuncio di vita realizza una nuova esistenza per ciò che diamo per spacciato.
La Parola ha la potenza che noi non abbiamo: strappare dalla morte, ridare movimento all'immobilità e fiato all'afasia.
"Guardai, ed ecco apparire sopra di esse i nervi; la carne cresceva e la pelle le ricopriva, ma non c’era spirito in loro".
Sotto gli occhi del profeta, in visione, si realizza una nuova creazione dell'umanità, possibile solo al Signore. Tutto è pronto, i corpi sono plasmati ma senza vita: manca solo il soffio vitale.
"Egli aggiunse: «Profetizza allo spirito, profetizza, figlio dell’uomo, e annuncia allo spirito: “Così dice il Signore Dio: Spirito, vieni dai quattro venti e soffia su questi morti, perché rivivano”».
Lo spirito di vita, il respiro del Dio vivente, la "rhua" donata all'intero universo, arriva sull'aria stagnante di morte soffiando da ogni direzione. È una visione di risurrezione, di vita inedita che vince e riempie il cosmo.
"Io profetizzai come mi aveva comandato e lo spirito entrò in essi e ritornarono in vita e si alzarono in piedi; erano un esercito grande, sterminato".
Ed eccolo di nuovo in piedi questo enorme esercito sconfitto, destinato al dimenticatoio, rialzarsi sulle gambe: si stende a perdita d'occhio come "una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare" (Ap 7, 9).
"Mi disse: «Figlio dell’uomo, queste ossa sono tutta la casa d’Israele. Ecco, essi vanno dicendo: “Le nostre ossa sono inaridite, la nostra speranza è svanita, noi siamo perduti”.
Finalmente si dispiega il senso di tutta la visione: il profondo sconforto, che aveva invaso il cuore dei figli d'Israele, li aveva inariditi e la speranza nel Signore aveva abbandonato i loro cuori, lasciandoli come morti dopo le battaglie della vita.
La mancanza di fiducia nel Signore aveva portato ad una sfiducia nel futuro e nelle promesse che avevano sostenuto la fede del popolo per centinaia d'anni.
Quando un popolo dice : "noi siamo perduti" fa un grave peccato, ritenendo che tutte le possibilità future sono in povere mani umane.
"Perciò profetizza e annuncia loro: “Così dice il Signore Dio: Ecco, io apro i vostri sepolcri, no vi faccio uscire dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nella terra d’Israele. Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi farò uscire dai vostri sepolcri, o popolo mio. Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nella vostra terra. Saprete che io sono il Signore. L’ho detto e lo farò”». Oracolo del Signore Dio".
Ora il profeta profetizza perché lo Spirito tragga dal sepolcro uomini e donne morte nel senso più profondo del termine e gli occhi si aprano a riconoscere il datore di vita.
La visione finisce con una promessa solenne: il Signore continua ad impegnare la sua fedeltà, a soffiare alito di vita in ogni figlio, a guidare verso pascoli erbosi e accoglienti le pecore disperse della casa d'Israele.
Questa visione straordinaria è una delle bellissime letture che ci accompagnano a straripare di gioia nella grande veglia di Pasqua. E' una grande catechesi che spalanca gli occhi sulla potenza del Signore, il solo che fa passare dalla morte alla vita, dalle tenebre alla luce, da questo mondo al Regno eterno.
Il mondo non ha davanti a sé la distruzione operata dall'umanità che sfascia ciò che Dio ha creato meravigliosamente. Il progetto di vita, per tutti gli uomini e per tutta la creazione, è nelle sue mani!
Quando lo sconforto e la sfiducia ci fanno esclamare "noi siamo perduti", lo Spirito soffi dentro di noi questa Parola che è profezia di vita, ci strappi dalla morte e ci rimetta in piedi affidandoci ad una potenza che ci sorpassa e ci salva.
"Spirito, vieni dai quattro venti". Grazie Ezechiele, profeta dello Spirito che riempie la terra. Grazie per la tua parola non legata ai confini della tua terra e della tua religione. "Del tuo Spirito Signore è piena la terra" dice la Scrittura. Da tutta la terra è convocato per portare vita. Ogni direzione è adatta al suo soffiare. In ogni terra brilla il suo fuoco. Ovunque e per chiunque è Vita. Triste spirito quello prigioniero di un popolo e di una religione. Dai quattro venti è portato lo Spirito, carico della Sapienza e della santità di tutto ciò che attraversa. Uno e molteplice, ricco e luminoso, tutto riempie e vivifica.
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RispondiEliminaL'afasia è un disturbo del linguaggio che può essere caratterizzato da un'alterazione della comprensione o dell'espressione delle parole o degli equivalenti non verbali delle parole.
Questo per precisare etimologia del termine e far capire meglio, in che condizione è l'afasico.
LO SBLOCCO è terapeutico, con farmaci specifici...
Numerose volte l'intervento.
Venendo allo Spirito, mi colpisce molto questo termine afasia.....
Cosa è capace di RISOLVERE....
guarire l'afasico spirituale.
......
Questo brano di Ez. mi risuona sempre, perché è quello scelto dalla mia guida di allora, per immergermi NELL'ASCOLTO vero.
Grazie Signore dei miracoli spirituali che hai fatto con la TUA PAROLA.
"Vieni o Spirito dai quattro venti
RispondiEliminae soffia su chi non ha vita.
Vieni o Spirito, soffia su di noi
perché anche noi riviviamo."
"ecco io faccio entrare in voi lo Spirito e rivivrete..."
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