Salmo del 14 agosto 2020


Attingerete acqua con gioia
Is 12, 2-6

"Ecco, Dio è la mia salvezza;
io avrò fiducia, non avrò timore,
perché mia forza e mio canto è il Signore;
egli è stato la mia salvezza.

Attingerete acqua con gioia
alle sorgenti della salvezza.
Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere,
fate ricordare che il suo nome è sublime.

Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse,
le conosca tutta la terra.
Canta ed esulta, tu che abiti in Sion,
perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele".


Il libro del profeta Isaia è costellato di cantici. Alla sua ispirazione profetica si unisce una grande forza di poesia. Il canto narra e loda il Signore per le sue opere. La contemplazione di quello che il Signore compie riempie l'animo di gioia e ristabilisce l'armonia nel profondo del proprio essere.

"Ecco, Dio è la mia salvezza;
io avrò fiducia, non avrò timore,
perché mia forza e mio canto è il Signore;
egli è stato la mia salvezza".
Bellissima professione di fede radicata nell'esperienza: il Signore è stato la mia salvezza, sono stato da lui liberato. Per questo ora lo chiama "Dio-mia-salvezza" espressione che in ebraico ha lo stesso suono del nome del profeta.
La forza dopo un periodo travagliato viene da una certezza: il Signore salva, la mia vita è inscritta nella sua e io non cammino più da solo. Il futuro non mi toglierà le prove ma: "io avrò fiducia, non avrò timore".

"Attingerete acqua con gioia
alle sorgenti della salvezza".

Ecco una promessa rivolta a tutti gli assetati di giustizia e di salvezza! Direttamente alla sorgente, al Signore stesso, si può attingere con gioia e senza nessun timore.
Parole che splendono di speranza ed escono dalla bocca del profeta cantore diventando un incitamento a tuffarsi in questa sorgente che continuamente disseta e libera dal male.

"Chi beve dell'acqua che io gli darò non avrà mai più sete" (Gv 4, 14), dice Gesù attingendo anch'egli a questa profezia che in lui si realizza pienamente.

"Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere,
fate ricordare che il suo nome è sublime".

Ringraziamento, invocazione, proclamazione, ricordo: è il ricchissimo vocabolario della preghiera secondo Isaia. Il centro di tutto è il Nome Santo del Signore. Invocarlo è chiamare un Padre che assiste, rivolgersi a chi ascolta certamente e provvede.
"Rendete grazie"
è fare eucaristia, riconoscere davanti a tutta l'umanità che si è vivi grazie al suo aiuto e al suo amore.

"Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse,
le conosca tutta la terra".

Non solo tutta l'umanità, ma anche tutta la creazione riconosce, risplendendo davanti a noi, la maestria divina che l'ha portata ad esistere.

"Canta ed esulta, tu che abiti in Sion,
perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele".

Gerusalemme e tutto Israele sono i primi testimoni del Dio vivente. Hanno sperimentato la sua santità, cioè il suo amore che salva, e lo testimoniano in un grande rito di lode che abbraccia e coinvolge i popoli.
Tutti, in Cristo, siamo diventati concittadini in questa dimora, nel monte santo di Dio.
Tutti facciamo esperienza della presenza del Signore perché lui sta nel mezzo a coloro che si riuniscono per cantare e lodare.


In questi tempi faticosi, in cui la vicinanza degli altri ci è preziosa, ma incute paura per contagi che ci sembrano pericolosi, e non solo per i virus, Isaia è il cantore che ci serve, perché porta alla lode e alla gioia comunitaria tutta la famiglia umana che viene chiamata ad unirsi e ringraziare.
E' una spinta profetica che è necessario cogliere per i nostri animi assetati di un'acqua indispensabile per vivere, a cui possiamo attingere con gioia tutti insieme, accomunati dallo stesso desiderio e spronandoci l'uno con l'altro per uscire dalla paura, per aprirci ad una dimensione di riconoscenza al Signore e condivisione tra di noi.

Commenti

  1. cantate inni...
    Doveroso,avrei detto in passato
    oggi dico,mi esce dall'animo,non so stare senza ;
    almeno qualche volta,nel corso di un dialogo ANNUNCIO,con la mia povertà chi è il mio Signore!
    Grazie

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  2. "Io avrò fiducia, non avrò timore". È il passaggio più vitale che possiamo fare: dalla paura alla fiducia, dal timore alla speranza, dalla chiusura all'apertura, dallo stare nascosti a godere la luce. Senza questo la vita sarà sempre metà di quella promessa. L'amore scaccia la paura ripete la Scrittura. La forza di questo passaggio è il Signore, canta Isaia profeta del mio oggi. La paura non spinge verso la vita. Non mi apre alla luce e alla gioia. Non mi fa camminare sereno. Non mi fa gustare grato. La paura ha a che fare col morire. Serve l'antidoto che è il Dio amante, il suo amore per ognuno di noi, che ci partorisce continuamente alla vita. Rinati perché amati finalmente viviamo nella fiducia.

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  3. "egli è stato la mia salvezza"
    vuol dire che lo è stato già, non deve ancora esserlo.. è stato già, mi ha già salvato... Ma la zizzania mi impedisce di godere i frutti della salvezza... Salvami Signore, salvami ancora, salvami sempre....

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  4. Il salmo di oggi di Isaia è solo e pura consolazione: Dio mia salvezza, io avrò fiducia no timore, mia forza e mio canto, sei già stato la mia salvezza , attingeremo acqua alle sorgenti della salvezza , rendiamo grazie, invochiamo il tuo nome proclamiamo, ricordiamo, cantiamo, esultiamo,e perché? Perché grande in mezzo a noi è il Santo d Israele .... Grazie mio Dio

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