Prima lettura del 29 dicembre 2020

Appare la luce vera
1Gv 2, 3-11

"Figlioli miei, da questo sappiamo di avere conosciuto Gesù: se osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice: «Lo conosco», e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e in lui non c’è la verità. Chi invece osserva la sua parola, in lui l’amore di Dio è veramente perfetto. Da questo conosciamo di essere in lui. Chi dice di rimanere in lui, deve anch’egli comportarsi come lui si è comportato.
Carissimi, non vi scrivo un nuovo comandamento, ma un comandamento antico, che avete ricevuto da principio. Il comandamento antico è la Parola che avete udito. Eppure vi scrivo un comandamento nuovo, e ciò è vero in lui e in voi, perché le tenebre stanno diradandosi e già appare la luce vera.
Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello, è ancora nelle tenebre. Chi ama suo fratello, rimane nella luce e non vi è in lui occasione di inciampo. Ma chi odia suo fratello, è nelle tenebre, cammina nelle tenebre e non sa dove va, perché le tenebre hanno accecato i suoi occhi".


Giovanni nelle sue lettere ci fa percorrere le vie dell'amore in tutte le sfumature che la fede consente. Il nostro brano sottolinea il rapporto di obbedienza che anima il discepolo che si fida del suo Signore.

"Figlioli miei, da questo sappiamo di avere conosciuto Gesù: se osserviamo i suoi comandamenti".
Conoscere, in ebraico "jadac", è, nel linguaggio biblico, un'esperienza concreta in tutti i rapporti interpersonali; non è certo una conoscenza intellettuale o "virtuale" come la intendiamo noi oggi.
Questa esperienza conoscitiva è fondamentale anche nel rapporto col Signore che sembrerebbe lontano. Giovanni inizia questa prima lettera premettendo la conoscenza concreta, tangibile, visiva, che ha avuto col Cristo: "Noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. E la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo" (1Gv 1,3)
Se uno conosce Gesù è perché ha ascoltato e visto la sua salvezza; per questo si fida, gli dà ascolto ed è docile ai suoi insegnamenti che portano alla vita.

"Chi dice: «Lo conosco», e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e in lui non c’è la verità".
Una conoscenza teorica e astratta si vede dal poco interesse per la Parola di Gesù e nella ribellione ai suoi comandamenti.
Bugiardo nella Bibbia è prima di tutto colui che segue idoli muti e fasulli che illudono di salvezza.
In questo caso idolatra è il discepolo che ha il cuore orientato in una direzione diversa da Gesù perché non ne ha fatto conoscenza.

"Chi invece osserva la sua parola, in lui l’amore di Dio è veramente perfetto".
Amare la sua parola è conoscerlo, come le pecore che seguono il vero pastore perché ne riconoscono la voce (cfr. Gv 10, 27).
Sono i segni di un amore vero, fondato su un rapporto concreto che parte dall'amore di Dio e incontra, in risposta, l'amore dei discepoli per la sua parola, per i suoi comandi.
Non è più il legalismo antico che seguiva leggi per non incorrere in un castigo; un rapporto nuovo è reso possibile dal Dio vivente.
Egli non vuole sacrifici, né impone gioghi impossibili da portare: "In questo consiste l'amore di Dio, nell'osservare i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi" (1Gv 5, 3).

"Da questo conosciamo di essere in lui. Chi dice di rimanere in lui, deve anch’egli comportarsi come lui si è comportato".
L'obbedienza alla Parola ascoltata è la verifica dell'intimità della relazione con il Signore.
I discepoli di Gesù sono stati conquistati dall'amore di Dio per loro; con amore rispondono al dono ricevuto facendo gesti di misericordia e compassione per ogni uomo e ogni donna che incontrano nel cammino.

"Carissimi, non vi scrivo un nuovo comandamento, ma un comandamento antico, che avete ricevuto da principio".
Giovanni è l'esegeta dell'Antico Testamento, che ricapitola e rilegge alla luce dell'amore che ha conosciuto.
Non aggiunge nulla di nuovo l'apostolo, ma prende dal tesoro del Vangelo grazie all'esperienza di amicizia profonda col Cristo che lo ha fatto entrare in relazione col Padre.

"Il comandamento antico è la Parola che avete udito. Eppure vi scrivo un comandamento nuovo, e ciò è vero in lui e in voi, perché le tenebre stanno diradandosi e già appare la luce vera".
La Parola che è uscita da principio dal Padre per realizzare il suo progetto salvifico, è rivelata col Verbo incarnato, Luce che distrugge le tenebre che tenevano lontana l'umanità dal suo creatore.
Questa immagine di speranza sta in tutta la predicazione di Giovanni: il giorno avanza e le tenebre di diradano; la luce di Cristo è luce crescente che nessuna tenebra può soffocare.

"Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello, è ancora nelle tenebre. Chi ama suo fratello, rimane nella luce e non vi è in lui occasione di inciampo".
Anche qui tanta concretezza: l'essere nella luce è proporzionale all'amore (servire e perdonare) per i fratelli, sull'esempio della prassi di Gesù.
Il non amare (odiare, inciampare nel peccato) è segno delle tenebre che ancora avvolgono il cuore del discepolo.
Non basta la fede, vuol dire Giovanni: credere è conoscere e quindi amare fino alla misura del Cristo.
Illuminato dalla carità, il discepolo cammina fiducioso senza alcun inciampo sulla sua via di incontro e relazione fraterna.

"Ma chi odia suo fratello, è nelle tenebre, cammina nelle tenebre e non sa dove va, perché le tenebre hanno accecato i suoi occhi".
È solo illusione pensare di poter separare la conoscenza dall'amore. Senza amore tutto diventa inumano e senza senso, si cammina nelle tenebre inciampando, disorientati dalla paura che gli altri siano un pericolo per la nostra vita.

Giovanni insiste molto sulla nostra difficoltà a conciliare la libertà, che viene dall'amore, con l'obbedienza al Vangelo.
Essere liberi non è fare tutto ciò che si vuole, ma è entrare in una conoscenza profonda della benedizione che ci precede e ci conquista.
L’amore che Dio ha per me, conosciuto e sperimentato, mi fa smettere di pensare egoisticamente a soddisfare i miei desideri; i fatti degli altri diventano fatti miei.
Sono finalmente libero e conosco il Padre quando la sua luce illumina la mia vita e riesco a vivere come lui mi vuole, da figlio e da fratello.

Commenti

  1. Che la tua Luce, Signore, prenda possesso di me, che il Tuo amore mi apra all'Amore per essere figlia e discepola

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  2. "Le tenebre stanno diradandosi e già appare la luce vera". Andiamo incontro al giorno. La luce cresce e il buio retrocede. Anche se in piena notte non sembra così. In realtà è questo il percorso. Luce vera è ciò che ci permette di amare e sperare. Luce vera è il dono di Dio che ci raggiunge nel buio. Il Dio Amore risplende nel cuore negli occhi. Cuore per contenere, occhi per desiderare. Amore è luce, la mancanza è tenebra. È scritto così nel profondo della mia vita. La luce ci impedisce di arrenderci al buio.

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  3. le tenebre hanno accecato i suoi occhi".
    Ecco Signore liberami ancora..
    ho molta speranza e FEDE in questo.
    lavora,dissoda e fammi aderire a questo lavoro di rimescolamento e risanamento del male,per avere finalmente solo la consapevolezza,di fare il BENE!
    AMEN

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