Salmo del 5 dicembre 2020
Un canto di grazie
Sal 147 (146),1-11
"1 Alleluia.
È bello cantare inni al nostro Dio,
è dolce innalzare la lode.
2 Il Signore ricostruisce Gerusalemme,
raduna i dispersi d'Israele;
3 risana i cuori affranti
e fascia le loro ferite.
4 Egli conta il numero delle stelle
e chiama ciascuna per nome.
5 Grande è il Signore nostro,
grande nella sua potenza;
la sua sapienza non si può calcolare.
6 Il Signore sostiene i poveri,
ma abbassa fino a terra i malvagi.
7 Intonate al Signore un canto di grazie,
sulla cetra cantate inni al nostro Dio.
8 Egli copre il cielo di nubi,
prepara la pioggia per la terra,
fa germogliare l'erba sui monti,
9 provvede il cibo al bestiame,
ai piccoli del corvo che gridano.
10 Non apprezza il vigore del cavallo,
non gradisce la corsa dell'uomo.
11 Al Signore è gradito chi lo teme,
chi spera nel suo amore".
Perché è fondamentale per un'Israelita la memoria? Perché il presente basa la sua fiducia, e la spinta ad andare avanti con speranza, solo sulla memoria. E le opere che il Signore ha fatto sono ricordate nel salmo, ma citate al presente: nell'oggi il Signore rinnova il suo amore e oggi fa nuovi gesti salvifici, fedeli al bene che realizza per noi.
"Alleluia".
Molti salmi iniziano con questa esclamazione di lode, un sospiro che viene dopo un pericolo scampato, un moto del cuore che si scopre libero di battere. E' una parola che porta alla bocca l'esperienza del nostro spirito che, libero, riesce a pregare.
"È bello cantare inni al nostro Dio,
è dolce innalzare la lode".
Il salmista vive questo momento di lode nella bellezza del rivolgersi fiducioso al Signore e dalla dolcezza della percezione della sua vicinanza.
La lode innalzata ci innalza al Signore.
La preghiera silenziosa è preziosa. Ma trovo che la preghiera comunitaria faccia partecipare anche le orecchie: la nostra voce e quella dei fratelli fa riecheggiare dentro di noi la lode che diventa dolcezza gustata e amplificata, come dice il salmista.
"Il Signore ricostruisce Gerusalemme,
raduna i dispersi d'Israele;
risana i cuori affranti
e fascia le loro ferite".
La città santa è un cantiere continuamente aperto. Non solo le deportazioni sono causa di brecce e crolli nelle sue mura; le ferite profonde dei suoi figli sono come pugnalate inferte alla città santa che, come madre, attende i suoi figli dispersi.
È il ricordo dell'esilio e del ritorno dei deportati che il salmo porta alla memoria.
Quell'esilio babilonese, finito con l'editto di Ciro, non solo aveva risanato le famiglie sradicate da Gerusalemme, ma ricorda a chi è affranto nel dolore oggi che il Signore ha verso i suoi figli umiliati, sempre l'atteggiamento del medico che si prende cura di ogni male.
"Egli conta il numero delle stelle
e chiama ciascuna per nome".
È il Signore dell'intera creazione, non solo del suo popolo. Le stelle sono sue e le chiama familiarmente, come figlie (cfr. Gen 1, 14- 18), ed esse obbediscono alla sua voce.
La sfida fatta ad Abramo, fuori dalla sua tenda, nella notte profonda del deserto senza luna, "conta le stelle se le puoi contare" (Gen 15, 5), può vincerla solo il Signore: Abramo non ha idea della moltitudine di stelle, come non sa quanti figli il Signore darà a lui in discendenza.
"Grande è il Signore nostro,
grande nella sua potenza;
la sua sapienza non si può calcolare".
Dalle stelle, che non possiamo possedere nel loro numero, alla sapienza e alla potenza del Signore che sfugge ai nostri calcoli.
Potenza e sapienza sono qualità che si manifestano nelle sue opere e che noi intravediamo, sia nella storia di Israele e sia nella creazione.
"Il Signore sostiene i poveri,
ma abbassa fino a terra i malvagi".
Il Signore ha predilezioni, fa particolarità? La risposta è sicuramente e sempre sì!
Non possiamo sbagliarci: tutta la Bibbia annuncia che Dio è schierato dalla parte dei poveri e ogni suo intervento capovolge le ingiuste situazioni della storia.
"Intonate al Signore un canto di grazie,
sulla cetra cantate inni al nostro Dio".
Tutti sono invitati al canto di lode. Nessuno più del Dio vivente è degno di essere lodato e benedetto, specialmente dagli ultimi della terra che si vedono risollevati dalla polvere.
"Egli copre il cielo di nubi,
prepara la pioggia per la terra,
fa germogliare l'erba sui monti,
provvede il cibo al bestiame,
ai piccoli del corvo che gridano".
Il Signore si prende cura di ogni vivente, nessuna creatura sfugge alla sua amorevole attenzione. La terra, le piante, gli animali, gli uomini: tutti sono sostenuti da una provvidente premura.
Egli dà l'acqua per dissetare, dà il cibo giusto e non fa mancare il necessario. Ci vuole amore per far crescere e per rinnovare la vita!
"Non apprezza il vigore del cavallo,
non gradisce la corsa dell'uomo".
Qui un altro ricordo affiora, drammatico eppure di grande sollievo: i cavalli erano la forza dell'esercito del faraone. Anche questi animali vigorosi, come i soldati, erano finiti nel mare dei giunchi ed erano affogati nella furia di inseguire gli ebrei (cfr. Es 15,1).
Noi ci possiamo infervorare per manifestazioni di forza e abilità. Il Signore mette un muro alla forza usata contro i fratelli e frena corse distruttive che portano ad affogare nei flutti.
"Al Signore è gradito chi lo teme,
chi spera nel suo amore".
La Genesi ci ricorda che il Signore gradì il sacrificio di Abele (cfr. Gn 4,4); il salmo sembra sottintendere che non era il sacrificio di animali fatto dal figlio minore ad essere gradito, ma il fatto che lo amasse (questo è il senso di "temere" nella Bibbia) e riponesse in lui la speranza del futuro.
Fiducia e speranza salda ci aprono la strada all'incontro filiale con il Signore.
"Non apprezza il vigore del cavallo,
non gradisce la corsa dell'uomo".
Qui un altro ricordo affiora, drammatico eppure di grande sollievo: i cavalli erano la forza dell'esercito del faraone. Anche questi animali vigorosi, come i soldati, erano finiti nel mare dei giunchi ed erano affogati nella furia di inseguire gli ebrei (cfr. Es 15,1).
Noi ci possiamo infervorare per manifestazioni di forza e abilità. Il Signore mette un muro alla forza usata contro i fratelli e frena corse distruttive che portano ad affogare nei flutti.
"Al Signore è gradito chi lo teme,
chi spera nel suo amore".
La Genesi ci ricorda che il Signore gradì il sacrificio di Abele (cfr. Gn 4,4); il salmo sembra sottintendere che non era il sacrificio di animali fatto dal figlio minore ad essere gradito, ma il fatto che lo amasse (questo è il senso di "temere" nella Bibbia) e riponesse in lui la speranza del futuro.
Fiducia e speranza salda ci aprono la strada all'incontro filiale con il Signore.
Quando un grazie ci esce dal cuore per ciò che ci succede nella giornata, apprezziamolo di più dicendolo ad alta voce ed esultando con l'Alleluia. La riconoscenza, di ciò che ci è accaduto in passato, ci abiti. Benedire è vivere due volte, è ritrovare speranza, è dare carburante alla fede.
Questa è la base della memoria storica della salvezza che ci sostiene nei momenti più difficili, portandoci a benedire e a ringraziare l'Amore che è per sempre.
"Risana i cuori affranti
RispondiEliminae fascia le loro ferite.
Egli conta il numero delle stelle
e chiama ciascuna per nome". Cuori e stelle nell'orizzonte di Dio. L'universo immenso e i nostri piccoli cuori interessano il Signore. Stupore e gioia per questa parola. Chi sono io per tu abbia tanta cura di me? In mezzo alle stelle mi sento perso ma tu non mi perdi di vista. Un cuore sfinito e ferito tu lo curi con amorevole attenzione. Come un pastore il gregge chiami e conti le stelle una ad una. Nella notte guardo le stelle e mi sento sotto il tuo sguardo di Padre. Sento il mio cuore affannato attirato dalla tua premura. Nella notte canto la tua benevolenza.
Il signore ricostruisce Gerusalemme raduna i dispersi di Israele. risana i cuori affranti e fascia le loro ferite" ti lodo e ti benedico, perché rinvigorisci e rinnovi la mia speranza è la mia fede. Tu: ricostruisci, mi vieni a cercare, mi risani nell' intimo del cuore e fasci le mie ferite... A te mi abbandono nella pace
RispondiEliminaEgli copre il cielo di nubi,
RispondiEliminaprepara la pioggia per la terra,
fa germogliare l'erba sui monti,
provvede il cibo al bestiame,
ai piccoli del corvo che gridano".
Tutto certosinamente badi!
Anche me
sicurezza e spensieratezza mi pervadano per questo!
Amen