Prima lettura del 19 dicembre 2020

E la donna partorì
Gdc 13,2-7.24-25

"In quei giorni, c’era un uomo di Sorèa, della tribù dei Danìti, chiamato Manòach; sua moglie era sterile e non aveva avuto figli.
L’angelo del Signore apparve a questa donna e le disse: «Ecco, tu sei sterile e non hai avuto figli, ma concepirai e partorirai un figlio. Ora guardati dal bere vino o bevanda inebriante e non mangiare nulla d’impuro. Poiché, ecco, tu concepirai e partorirai un figlio sulla cui testa non passerà rasoio, perché il fanciullo sarà un nazireo di Dio fin dal seno materno; egli comincerà a salvare Israele dalle mani dei Filistei».
La donna andò a dire al marito: «Un uomo di Dio è venuto da me; aveva l’aspetto di un angelo di Dio, un aspetto maestoso. Io non gli ho domandato da dove veniva ed egli non mi ha rivelato il suo nome, ma mi ha detto: “Ecco, tu concepirai e partorirai un figlio; ora non bere vino né bevanda inebriante e non mangiare nulla d’impuro, perché il fanciullo sarà un nazireo di Dio dal seno materno fino al giorno della sua morte”».
E la donna partorì un figlio che chiamò Sansone. Il bambino crebbe e il Signore lo benedisse. Lo spirito del Signore cominciò ad agire su di lui".


Una bella storia di nascita miracolosa che mostra come Dio fa fiorire il deserto, fa nascere da grembi inariditi e sceglie i suoi figli nell'impossibilità umana.

"In quei giorni, c’era un uomo di Sorèa, della tribù dei Danìti, chiamato Manòach; sua moglie era sterile e non aveva avuto figli".
Una storia che inizia con una frustrante esperienza di sterilità. Una coppia che non ha possibilità di fare proseguire la propria discendenza, una stirpe che muore, un nome che non sarà ricordato in futuro.
Ci stupisce la Scrittura che ci narri di tanti episodi di infertilità, quando la fecondità era la peculiarità di Israele, il segno che il Signore era favorevole; il vanto più grande di ogni famiglia era l'avere una discendenza numerosa.
Allora perché parlare di sterili, di infecondità, quando era considerato un segno di maledizione e di punizione divina?
Perché è necessario, guardando a ritroso nella vita di uomini scelti dal Signore, scoprire che i genitori sono stati toccati da una grazia per far nascere i loro figli e per farli diventare punti di riferimento nella storia del popolo.

"L’angelo del Signore apparve a questa donna e le disse".
Il Signore si rende presente per portare vita. L'inviato del Signore (angelo significa messaggero) arriva all'interno di questa storia e squarcia le tenebre in cui era piombata questa coppia.

"Ecco, tu sei sterile e non hai avuto figli, ma concepirai e partorirai un figlio. Ora guardati dal bere vino o bevanda inebriante e non mangiare nulla d’impuro".
Un estraneo, che esordisce "tu sei sterile", mette il dito nella piaga di questa donna, ma subito dopo annuncia la fine di questo inaridimento, la fine di un incubo!
E le indica una strada da seguire in gravidanza per arrendersi alla certezza di questo evento: anche lei dovrà seguire una "dieta" speciale, quella che seguivano i consacrati al Signore.
Passo significativo per noi: la chiamata precede la nascita, la grazia ci raggiunge prima del primo vagito.

"Poiché, ecco, tu concepirai e partorirai un figlio sulla cui testa non passerà rasoio, perché il fanciullo sarà un nazireo di Dio fin dal seno materno".
Anche il look è quello del nazireo ma con una particolarità fondamentale. Infatti il nazireato era un voto temporaneo e volontario di alcuni uomini che non tagliavano i capelli, non bevevano alcolici e non partecipavano a funerali e gesti che portavano impurità.
Questo bambino, Sansone, è scelto prima del concepimento come nazireo; la madre scopre, contemporaneamente all'annuncio della nascita, che il figlio ricevuto in dono dovrà essere educato nella dedizione a Dio.
Sansone sarà l'uomo dalla proverbiale forza che gli viene dal Signore e i capelli lunghi e incolti ne sono il segno.

"Egli comincerà a salvare Israele dalle mani dei Filistei".
I nemici del tempo, potenti e inflessibili, hanno i giorni contati: il giudice Sansone ha il compito da Dio di iniziare a vincerli per togliere dalle loro mani Israele.

"La donna andò a dire al marito: «Un uomo di Dio è venuto da me; aveva l’aspetto di un angelo di Dio, un aspetto maestoso. Io non gli ho domandato da dove veniva ed egli non mi ha rivelato il suo nome»".
Un problema condiviso richiede di condividere anche la soluzione. Subito la donna piena di gioia corre ad annunciarlo al marito che vive nella sua stessa angoscia.
E' un estraneo questo messaggero, ma le parole sono subito accolte da questa donna perché autorevoli e confortanti.
Ella ripete l'annuncio come l'ha ricevuto perché entri anche nelle orecchie incredule dello sposo. E chissà quante volte se lo saranno ripetuti nei nove mesi di attesa e trepidazione!

"E la donna partorì un figlio che chiamò Sansone".
L'evento puntualmente accade: la nascita impossibile squarcia le tenebre del loro dolore. Il nome del bambino, in ebraico "piccolo sole", è di buon augurio nel periodo confuso ed oscuro in cui vivono i genitori e tutto il popolo.

"Il bambino crebbe e il Signore lo benedisse. Lo spirito del Signore cominciò ad agire su di lui".
Come il messaggero aveva annunciato, il bambino cresce guidato dallo Spirito. Il Signore fa sorgere, guida e suscita la forza del suo consacrato.

Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio! (cfr. Lc 1,37) Questo l'annuncio fatto ad un'altra figlia d'Israele, appena ragazza, Maria, per togliere ogni dubbio dal suo cuore e aprirle il grembo ad accogliere la grazia spropositata del Signore, per lei e per tutta l'umanità.
"Perché un bambino è nato per noi,
ci è stato dato un figlio" (Is 9,5).

Non è più un segno di maledizione l'infecondità, ma il segno massimo in cui scoprire l'intervento del Signore.
L'umanità era la grande sterile che partoriva figli, sì, ma per la morte.
In Cristo, "colui che è più forte" (Mc 1,7) la potenza del Padre ci raggiunge.
Ci è stato dato il Figlio, quello giusto che non ci verrà mai tolto, la nostra grande fecondità, il Figlio di tutti perché nato dalla carne nostra, vincitore su ogni impurità che ci allontanava da Dio e da ogni morte, il Salvatore di tutti.

Commenti

  1. "Lo spirito del Signore cominciò ad agire su di lui". È dello Spirito cominciare sempre. È lo Spirito il vero inizio. È nello Spirito il riavviarsi di ogni vita e di ogni amore. È la bella notizia della giovinezza di Dio. Lo Spirito comincia ed io sono sempre un principiante. Lui rimane maestro e guida ed io discepolo sempre. Nella carne di diventa prima o poi maestri, nello Spirito no. È lo Spirito sorgente antica e nuova, principio e compimento, novità vera di ogni storia. L'energia dell'inizio, la freschezza di ogni alba, la gioia di ogni primo passo, mi è donata oggi.

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  2. "E la donna partorì un figlio che chiamò Sansone".
    Il sole irradia il giorno
    E' segno di luce,di gaiezza,mette sicurezza,pace,voglia di fare.
    Partorisci sempre QUELLO che mi aiuterà a rendere gioiosa la mia presenza.
    così sia

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