Vangelo del 10 dicembre 2020

Chi ha orecchi, ascolti! 
Mt 11, 11-15

"In quel tempo, Gesù disse alle folle:
«In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.
Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono.
Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elìa che deve venire.
Chi ha orecchi, ascolti!»".


Gesù e il Battista: l'atteso e il precursore, lo sposo e l'amico dello sposo: sono legati dalla profezia sul Messia, sono il nuovo che realizza l'attesa dell'antico.
Il Battista ha mostrato Gesù ai suoi discepoli, come Agnello immolato venuto a prendere su di sé il peccato del mondo (cfr. Gv 1, 29) e Gesù mostra, all'attenzione dei discepoli, il Battista, segno importante che apre alla comprensione della sua missione.

"In quel tempo, Gesù disse alle folle".
A tutti coloro che ascoltano, Gesù parla del Battista e del segno che rappresenta. Ogni profeta con la sua vita è già una Parola vivente di Dio per tutta l'umanità. Gesù qui aiuta le folle che lo seguono a fare l'esegesi di un martire che ha dato la vita per non soggiacere alle logiche mondane.

"In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista".
È un'affermazione molto forte: mai c'è stato un uomo più grande del Battezzatore!
Gesù non fa classifica di uomini famosi, di potenti, di imperatori; legge invece la storia dal punto di vista del progetto di Dio, del Regno che viene. Giovanni è il più grande perché colui che sveglia il popolo ottenebrato dalla lunga attesa, colui che grida alle vergini addormentate: "Ecco lo sposo, andategli incontro!" (Mt 25, 6).
E' necessario alzarsi e scorgere il sole che sorge nel nuovo giorno (cfr. Lc 1, 78) e accogliere sulla soglia il Regno finalmente presente.
Questo il compito di Giovanni, l'ultimo profeta che dall'Antico Patto, vede per primo, come la sentinella nella notte, l'albeggiare del Nuovo Patto fondato sull'Agnello.

"Ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui".
Non si sta contraddicendo Gesù, sminuendo quello che ha esaltato in Giovanni.
Sta rivelando la grandezza che con lui si inaugura: il più piccolo del Regno, colui che si è messo all'ultimo posto è proprio il Cristo!
Nessuno più di lui si è fatto piccolo per farsi servo di tutti: questo è il nuovo criterio! Gesù non prende il posto del gran sacerdote, rovescia le gerarchie religiose ebraiche e annuncia con la sua stessa vita che "gli ultimi saranno primi e i primi ultimi" (Mt 20, 16).

"Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono".
Gesù non nasconde alle folle il dramma di quei giorni: il Battista è stato da poco assassinato da Erode, e anche la sua vita sarà preda dei violenti di questo mondo.
Il Regno è contrastato da chi non crede all'amore gratuito ed immeritato di Dio per l'umanità. È un detto di Gesù che ha già il profumo della passione.

"Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni".
Giovanni è il capolinea di un lungo cammino di profezia.
Isaia, Geremia, Ezechiele e i profeti suscitati dallo Spirito, avevano visto, nella speranza, il progetto di Dio realizzato e lo avevano gridato quando ancora le tenebre erano l'unica visione per tutti.
Quella profezia si ferma alla vita del Battista per lasciare il posto a Gesù.
Il Maestro li evoca come se siano tutti spettatori commossi della realizzazione di ciò che avevano sognato. Finalmente è arrivato il Figlio che l'umanità portava in grembo, il frutto che matura le aspettative universali di bene e di pace.

"E, se volete comprendere, è lui quell’Elìa che deve venire.
Chi ha orecchi, ascolti!".

La tradizione aspettava il ritorno del profeta Elia, rapito in cielo vivo, immediatamente prima dell'arrivo del Messia.
Gesù afferma: il profeta che tutti attendevate ad ogni festa di Pasqua, lasciando una porta aperta e una sedia vuota, è arrivato, inutile attenderlo ancora!
E' il Battista l'Elia che torna, che porta a compimento la missione di Elia e quella di tutti i profeti prima di lui.
E Gesù è il Messia a cui tutti guardavano, ma scomodo come il Battista perché non cerca gli onori o l'approvazione dei potenti.
Leggere la vita di Gesù in questo annuncio, con la sua ottica, apre all'accoglienza di un amore sorprendente, che si fa carne, un Dio prossimo e toccabile, un amico e compagno di cammino che realizza quello che aveva promesso.
Il Battista è da accogliere nella fede e con quella fede matura aprire le orecchie e il cuore al Messia che va scoperto nei piccoli e nei poveri del Regno.

Commenti

  1. "Gesù disse alle folle". Nessuno è padrone di Gesù. Gesù è di tutti. Gesù è per tutti. Ognuno dice mio ma nessuno può tenerlo solo per se. È dono all'intera umanità. È dono a tutti ed ognuno. Gesù, presenza di Dio che salva, è di noi folla smarrita e bisognosa di cure. Ogni suo gesto è per noi. Ogni sua parola è per noi. Il Dio dell'universo ci ha fatto un dono universale. La compassione di Dio per le folle lo spinge a questo dono unico. È la folla di figli quella a cui guarda il Signore. È la folla di noi poveri che arricchisce di doni in Gesù. Gesù è la pace. Gesù è l'amore. Gesù è la vita. Ed tutto per la folla dei suoi figli, è tutto per me, tutto per ognuno, perché è così che va l'Amore.

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  2. chi ha orecchi ,ascolti!
    Ascoltare per me è un DONO!
    Non è da tutti allo stesso modo,voglio dire.
    Si ascolta ciò che fa bene alle orecchie....?
    No tutto.
    Ecco voglio questo dono,come un bimbo
    ASCOLATARE ciò che mi realizza veramente nel mio quotidiano.
    così sia

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  3. Giovanni il Battista era in prigione e Gesù ne tesse l’elogio e dice che è il più grande tra tutti gli uomini. Perché è il più grande? Perché non ha nessuna sicurezza, le cede tutte; mette in questione tutto. Ha questa suprema libertà di aprirsi totalmente a Dio, per questo è il più grande uomo. Il Battista è quello che rinuncia ad ogni certezza e domanda: “Sei tu?” Quindi è disposto ad accogliere Dio così com’è, come si presenta. Questa è la sua vera grandezza. La grandezza dell’uomo è farsi domanda e cercare una risposta.

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