Prima lettura del 30 dicembre 2020
Rimane in eterno!
1Gv 2, 12-17
"Scrivo a voi, figlioli,perché vi sono stati perdonati i peccati in virtù del suo nome.
Scrivo a voi, padri,
perché avete conosciuto colui che è da principio.
Scrivo a voi, giovani,
perché avete vinto il Maligno.
Ho scritto a voi, figlioli,
perché avete conosciuto il Padre.
Ho scritto a voi, padri,
perché avete conosciuto colui che è da principio.
Ho scritto a voi, giovani,
perché siete forti
e la parola di Dio rimane in voi
e avete vinto il Maligno.
Non amate il mondo, né le cose del mondo! Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui; perché tutto quello che è nel mondo – la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita – non viene dal Padre, ma viene dal mondo. E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno!"
Giovanni è pastore e padre della sua comunità, ma evangelizza anche noi dopo 2000 anni e lo leggiamo con la gratitudine di chi ascolta una guida autorevole e un testimone dell'amore.
Ogni generazione è raggiunta dall'annuncio e dalla misericordia del Signore, mediante l'esperienza dei testimoni che hanno conosciuto il perdono e la vita che non muore.
"Scrivo a voi, figlioli,
perché vi sono stati perdonati i peccati in virtù del suo nome".
È il dono più prezioso che ricevono i figli, inizio di ogni altro. Non per sacrifici o per meriti: la redenzione è in forza (in virtù) del nome di Gesù.
Per la sua morte i peccati vengono cancellati, così come egli chiede al Padre sulla croce (cfr. Lc 23, 34). E tutto si rinnova.
"Scrivo a voi, padri,
perché avete conosciuto colui che è da principio".
In Gesù si è rivelato l'origine di ogni cosa dall'amore del Padre, e da questa ogni paternità prende forza. I padri attingono alla rivelazione, trasmettendola a loro volta ai figli, come fondamento di ciò che li fa crescere.
"Scrivo a voi, giovani,
perché avete vinto il Maligno".
Giovani eppure già vincitori, che vincono il Maligno con la stessa forza di Gesù. Giovanni lo scrive palesemente perché i credenti ne diventino consapevoli e si accresca la fede in colui che vince ogni male.
Più avanti Giovanni dice nella stessa lettera: "Chiunque è stato generato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede" (1Gv 5, 4).
"Ho scritto a voi, figlioli,
perché avete conosciuto il Padre".
Conoscere, cioè fare esperienza del Padre, rende figli. È una consapevolezza che Gesù ha vissuto in modo vitale, che si leggeva in ogni opera, in ogni preghiera, in ogni sguardo sull'umanità sofferente che incontrava.
Non è scontata come consapevolezza: lo Spirito ci dà la possibilità di invocare il Padre con tutto noi stessi (cfr. Rm 8, 15) e ci rende figli nel Figlio (cfr. Rm 8, 16).
"Ho scritto a voi, giovani,
perché siete forti
e la parola di Dio rimane in voi
e avete vinto il Maligno".
Ecco il segreto della "forza" dei credenti: la Parola di Dio che "rimane", perdura, dimora nei discepoli come dono vitale che anima il cammino di fede.
Il Verbo si fa carne di ogni carne, la Parola di Dio è ormai nel DNA di ogni uomo e i discepoli conoscono questa realtà che li rende forti.
"Non amate il mondo, né le cose del mondo!"
La mentalità del mondo, che idolatra l'arrivismo, la supremazia sui fratelli, il culto dei propri interessi a scapito altrui, tanto per fare qualche esempio, non è compatibile con lo Spirito del Vangelo.
È un'esortazione necessaria per incoraggiare alla perseveranza i credenti, perché le lusinghe del potere, dei soldi, del prestigio allontanano dallo spirito del Vangelo che è dono ed è mettersi all'ultimo posto, al servizio l'uno degli altri.
"Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui; perché tutto quello che è nel mondo – la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita – non viene dal Padre, ma viene dal mondo".
L'esplicitazione dell'invito precedente scende fin nei particolari. Il "mondo" e la sua inumana mentalità sono caratterizzati da una ingordigia che si manifesta a vari livelli nella vita. La carne, cioè l'egoismo distruttivo, esercita la sua forza trascinante; anche lo sguardo diventa punto di partenza di ingordigia possessiva.
Infine Giovanni parla della "superbia della vita", cioè quella specie di ubriacatura che fa sentire forti, potenti, senza impedimenti, negando e nascondendo la propria fragilità e limitatezza.
Questa mentalità non viene dal Padre, ma dal mondo e Giovanni la svela come il male che ci allontana dalla verità.
"E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno!"
L'annuncio del Vangelo porta a conoscere il Padre e mette luce tra realtà e illusione, tra reale e irreale.
L'annuncio di Giovanni è rincuorante: Dio resta, con i suoi doni, il mondo passa come tutto ciò che è creato.
L'apostolo scrive a tutti noi, qualsiasi sia il nostro ruolo nella famiglia e nella società. Spesso ci sconfortiamo constatando quando male ci circondi e quanto ne facciamo a noi e al prossimo nell'illusione di salvarci da soli, seguendo gli impulsi che ci fanno dimenticare di essere padri, figli e fratelli.
Ad ognuno arriva la sua esortazione, affinché il cuore si consoli e acquisti l'evidenza che non siamo soli nella lotta: la volontà del Signore di salvarci non viene meno, non è soggetta ai cambiamenti del nostro umore né a quelli dei tempi e della storia.
Tutto passa, cambia e si evolve. Ma rimane stabile la certezza di Giovanni: in Cristo siamo perdonati, salvati da tutto il male e siamo figli per sempre!
Infine Giovanni parla della "superbia della vita", cioè quella specie di ubriacatura che fa sentire forti, potenti, senza impedimenti, negando e nascondendo la propria fragilità e limitatezza.
Questa mentalità non viene dal Padre, ma dal mondo e Giovanni la svela come il male che ci allontana dalla verità.
"E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno!"
L'annuncio del Vangelo porta a conoscere il Padre e mette luce tra realtà e illusione, tra reale e irreale.
L'annuncio di Giovanni è rincuorante: Dio resta, con i suoi doni, il mondo passa come tutto ciò che è creato.
L'apostolo scrive a tutti noi, qualsiasi sia il nostro ruolo nella famiglia e nella società. Spesso ci sconfortiamo constatando quando male ci circondi e quanto ne facciamo a noi e al prossimo nell'illusione di salvarci da soli, seguendo gli impulsi che ci fanno dimenticare di essere padri, figli e fratelli.
Ad ognuno arriva la sua esortazione, affinché il cuore si consoli e acquisti l'evidenza che non siamo soli nella lotta: la volontà del Signore di salvarci non viene meno, non è soggetta ai cambiamenti del nostro umore né a quelli dei tempi e della storia.
Tutto passa, cambia e si evolve. Ma rimane stabile la certezza di Giovanni: in Cristo siamo perdonati, salvati da tutto il male e siamo figli per sempre!
"Avete conosciuto il Padre". Ho conosciuto il Padre. Ho conosciuto Gesù e ho conosciuto il Padre. Ho conosciuto il Vangelo e ho conosciuto Gesù. Ho conosciuto un uomo di Dio che mi ha annunciato il Vangelo. Il Padre ha messo sulla mia strada l'uomo di Dio. Benedizione su benedizione. Una staffetta d'amore. Un Dio che mi si è fatto sempre più vicino e ora è il mio Dio. È Padre. Lo chiamo Padre. Sono figlio. Mi chiama figlio. È la perla della mia vita. È il tesoro nascosto della mia esistenza. È la sorgente invisibile di ogni mio istante. Tenerezza e pace nel ripetere: Padre.
RispondiEliminaLeggo e rileggo la lettura e mi lasciò invadere da una presenza "Padre" termine espresso, ma anche sottinteso. È il perno di questa Parola di Giovanni.inizio e fine di ogni cosa, inizio e fine di ogni esistenza, inizio e fine della mia vita... Realtà tanto grande come " stare " dentro? e trovo nella Parola la risposta: chi fa la volontà di Dio rimane in eterno. Grazie a te o Dio che mi doni di chiamarti Padre
RispondiEliminaNon amate le cose del mondo.
RispondiEliminaSi.
È frutto della TUA SAPIENZA non volere, desiderare le cose che PASSANO /gli IDOLI.
Non è forza mia!
TU lo sai.
Io sono qui, a questa scuola di universalità di AMORE E MISERICORDIA.
Pietà di me!