Prima lettura del 21 dicembre 2021

Àlzati, amica mia
Ct 2, 8-14

"Una voce! L’amato mio!
Eccolo, viene
saltando per i monti,
balzando per le colline.
L’amato mio somiglia a una gazzella
o ad un cerbiatto.
Eccolo, egli sta
dietro il nostro muro;
guarda dalla finestra,
spia dalle inferriate.
Ora l’amato mio prende a dirmi:
«Àlzati, amica mia,
mia bella, e vieni, presto!
Perché, ecco, l’inverno è passato,
è cessata la pioggia, se n’è andata;
i fiori sono apparsi nei campi,
il tempo del canto è tornato
e la voce della tortora ancora si fa sentire
nella nostra campagna.
Il fico sta maturando i primi frutti
e le viti in fiore spandono profumo.
Àlzati, amica mia,
mia bella, e vieni, presto!
O mia colomba,
che stai nelle fenditure della roccia,
nei nascondigli dei dirupi,
mostrami il tuo viso,
fammi sentire la tua voce,
perché la tua voce è soave,
il tuo viso è incantevole»".


La Bibbia ha cuore mistico: il Cantico dei Cantici.
Tutta la storia di passione amorosa tra Dio e l'umanità è ben descritta in quei pochi canti d'amore che il libretto racchiude come uno scrigno.
L'Amato e l'Amata, Dio e Israele, lo Sposo e l'umanità, il Signore e ognuno di noi: da sempre ci possiamo rispecchiare in quella continua ricerca amorosa e negli intensi incontri ricchi di comunione.
L'Amato e l'Amata si alternano nel cantare canzoni d'amore e fanno a gara nel magnificarsi a vicenda.

"Àlzati, amica mia,
mia bella, e vieni, presto!"

È un invito pressante dettato dall'impazienza di vedersi, di completarsi. L'Amato ha raggiunto l'Amata e la invita ad uscire per godere insieme il paradiso naturale che li circonda.
Tutto diventa prezioso quando è condiviso con chi si ama, perché tutto acquista gusto e significato.

"O mia colomba,
che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli dei dirupi".

L'Amata è paragonata ad una colomba, animale mite e fragile, che si difende dai predatori nascondendosi negli anfratti tra le rocce. Pur nascosta alla vista dei nemici, l'Amato la "vede" come solo l'amore rende capace di vedere.
Il desiderio è già rivelazione, l'attesa è già un calice che trabocca.

"Mostrami il tuo viso,
fammi sentire la tua voce,
perché la tua voce è soave".

Il desiderio del volto e della voce dell'Amata spingono l'Amato ad invocarne la presenza nascosta ma intuita.
La Scrittura è una continua storia di uomini che hanno cercato il volto che salva, gli occhi di chi vede nel profondo e in quel profondo riempie e ama.
Eppure qui è l'Amato a fare il primo passo, a desiderare un incontro senza veli e senza distanze con l'Amata del suo cuore.

È meraviglioso che lo Spirito abbia scelto una storia d'amore profondamente umana per descrivere il rapporto tra il Signore e ogni creatura umana. Dio è amore, ci ripete continuamente la Sacra Scrittura e il Cantico ne dispiega i profumi e l'ebbrezza.
Troppo spesso immaginiamo un Dio distante e preoccupato solo di sorvegliare il nostro comportamento.
Lo Spirito nella Parola di Dio ci parla di passione, di amore, di comunione, di desiderio e di unione profonda ed eterna.
La cartina al tornasole con cui decifrare tutta la Scrittura è l'Amore; perciò il Cantico dei Cantici ne è il centro e il metro con cui leggere, anzi direi, rileggere ogni brano e ogni libro per entrare in questa sintonia!
E alla fine della Scrittura l'invito dello Sposo del Cantico risuona nel cuore della Sposa che ha ascoltato in pienezza il canto d'amore arrivato all'apice con Gesù Cristo.
Per questo alle parole dell'Amato "Vieni, presto!", poste al centro della Scrittura, fa eco lo stesso desiderio, la stessa sete di completezza e di incontro: "Lo Spirito e la sposa dicono: «Vieni!»" (Ap 22, 17).
In questi giorni in cui viviamo il tempo spirituale del Natale è necessario modulare le nostre orecchie, risvegliare il nostro spirito su questo richiamo e rispondere con lo stesso invito.
La festa amorosa, che ha il suo vertice nel Verbo che si fa carne, è la nostra gioia.
Il Natale sia per noi preludio dell'unione sponsale definitiva tra lo Spirito e la creazione, tra Dio e l'umanità amata.



Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Ct 2, 8-14
Commento del 21/12/2020

Salmo 33 (32), 1-9
Commento del 10/05/2020

Vangelo di Lc 1, 39-45
Commento del 21/12/2019

Commenti

  1. "Mostrami il tuo viso,
    fammi sentire la tua voce,
    perché la tua voce è soave".
    È il linguaggio degli innamorati.
    Sono parole nate dal fuoco.
    Sono parole che parlano al cuore.
    È preghiera di desiderio.
    È preghiera di attesa.
    È preghiera che abbraccia.
    "Mostrami il tuo viso,
    fammi sentire la tua voce,
    perché la tua voce è soave".
    Parole del Signore per me.
    Parole mie rivolte al Signore.
    Forte è il desiderio di vedere.
    Urgente il desiderio di udire.
    Voce e volto dell'amato sono uniche, inconfondibili.
    Vieni Signore!
    "Mostrami il tuo viso,
    fammi sentire la tua voce,
    perché la tua voce è soave".

    RispondiElimina
  2. il tempo del canto è tornato
    e la voce della tortora ancora si fa sentire.

    Grazie Signore che SEI qui
    Torna sempre nelle mie angosce,disattenzioni,pochezze
    fammi cantare il TUO ritorno in me
    con la mia qualità di vita,l'amore quotidiano,la mancanza di ansia inutile.
    Amen

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Perché un blog con questo titolo?!

Vangelo del 12 gennaio 2019

Vangelo dei domenica 13 gennaio 2019

Salmo 23 per il mio papà

Prima lettura del 21 agosto 2019