Prima lettura del 18 dicembre 2021

Ecco, verranno giorni
Ger 23, 5-8

«Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore –
nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto,
che regnerà da vero re e sarà saggio
ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra.
Nei suoi giorni Giuda sarà salvato
e Israele vivrà tranquillo,
e lo chiameranno con questo nome:
Signore-nostra-giustizia.
Pertanto, ecco, verranno giorni – oracolo del Signore – nei quali non si dirà più: “Per la vita del Signore che ha fatto uscire gli Israeliti dalla terra d’Egitto!”, ma piuttosto: “Per la vita del Signore che ha fatto uscire e ha ricondotto la discendenza della casa d’Israele dalla terra del settentrione e da tutte le regioni dove li aveva dispersi!”; costoro dimoreranno nella propria terra».


L'attesa del Messia è una delle coordinate fondamentali della spiritualità biblica. Lo Spirito ha suggerito al cuore dei profeti il suo giorno e loro hanno fatto coro nel mostrare unanimi un futuro nuovo e radioso per il Messia veniente.
La voce profetica si alza forte proprio nel momento più oscuro per Israele che vedeva la schiavitù in Egitto come un fatto ormai archiviato e invece si trova a ripiombare in quella babilonese quando ormai ha una terra, una tempio e una città Santa.
Il popolo in esilio è disorientato e ha perso fiducia, non crede più di uscirne, non ha la forza di opporsi anche intimamente ad un nemico così possente.
Geremia, il profeta combattuto in prima persona nel rapporto con Dio, che è stato inondato dallo Spirito nonostante la sua riluttanza, è l'uomo giusto per far percorrere la via della speranza ai cuori spezzati e per risollevarli con la certezza della liberazione.

"Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore –".
Lo sguardo del profeta Geremia buca le tenebre attuali; egli vede con il "drone" dello Spirito e mostra i "giorni" che stanno arrivando, i tempi del Signore, in cui si rivelerà che tutto è opera sua e si manifesterà il suo amore liberante.
L'inciso "– oracolo del Signore –" è ciò che dà autorevolezza all'annuncio.
La Parola che viene dal Signore è la luce che buca il dramma e spinge in avanti; è lei che rende capace il profeta di annunciare quando l'evidenza direbbe il contrario, è lei che convince di bene in mezzo a tanto dolore.

"Nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto".

La dinastia del re Davide di circa tre secoli prima era data ormai per morta, ritenuta finita la grandezza di un regno che Israele pensava eterno.
Eppure anche Isaia aveva visto nell'oltre di Geremia:
"Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse,
un virgulto germoglierà dalle sue radici" (Is 11, 1).

La radice è buona e non è quella mortale del padre di Davide, Iesse.
Quel discendente era nel progetto del Padre che l'aveva annunciata; parte prima del guaio dell'esilio, prima dell'esodo, prima ancora di Abramo. La Genesi ce ne dà traccia in quella promessa che supera ogni peccato originariamente insito nel cuore dell'uomo (cfr. Gen 3, 15).
La stirpe della donna/umanità schiaccerà la testa al male, anche se questa ne sarà insidiata. "Stirpe" in ebraico è in effetti un termine al maschile: è un discendente, che i padri della Chiesa hanno individuato nel Messia, l'unico che può vincere un male acquattato continuamente sul cammino di uomini e donne, impotenti di fronte a lui.
Il vecchio tronco della dinastia davidica non è morto perché non è mai finita la promessa del Dio fedele: finalmente germoglierà in una nuova primavera di liberazione!

"Regnerà da vero re e sarà saggio ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra".
Un vero re, saggio e dedito al bene del popolo: questa è la speranza per un popolo oppresso, questa la visione che Geremia grida nella notte d'Israele.
In quel giorno diritto e giustizia non saranno solo aspirazioni. Il Re Messia promesso inaugurerà una nuova possibilità per l'umanità che lotta e muore.

Noi quel discendente lo conosciamo, ha un volto, ha Parole che danno vita.
Rialziamo il capo, facciamo rinascere la speranza in questa Chiesa pellegrina che sembra sopraffatta da forze che vorrebbero metterla a tacere ma è nelle mani del Padre. Annunciamo il Messia, che si erge sul male e camminiamo insieme verso il giorno che già intravede il Cristo Re.


Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Ger 23, 5-8
Commento del 18/12/2020

Salmo 72, 1-8
Commento del 03/12/2019

e Salmo 72, 9-20
Commento del 17/12/2019

Vangelo di Mt 1, 18- 24
Commento del 18/12/2019

Commenti


  1. "Regnerà da vero re e sarà saggio ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra".
    È il sogno di Dio.
    È il sogno dei profeti.
    È il sogno segreto di ogni uomo
    e ogni donna.
    Diritto e giustizia in questa terra.
    Diritto e giustizia dono di Dio.
    Diritto e giustizia opera del Cristo.
    Per questo non smetto di ripetere:
    Vieni Signore!
    "Regnerà da vero re e sarà saggio ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra".
    Vieni Signore!

    RispondiElimina
  2. "Ecco, verranno giorni ..
    Si sono venuti,per SUA grazia!
    La luce che invade di buono il cammino di tutti.
    E' salvezza che regala una qualità di vita,diversa,ove regna,si regna pace ed amore!
    Grazie Gesù

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Perché un blog con questo titolo?!

Vangelo del 12 gennaio 2019

Vangelo dei domenica 13 gennaio 2019

Salmo 23 per il mio papà

Prima lettura del 21 agosto 2019