Prima lettura di domenica 26 dicembre 2021- Santa Famiglia

Il Signore mi ha concesso la grazia
1Sam 1,20-22.24-28

"Al finir dell’anno Anna concepì e partorì un figlio e lo chiamò Samuèle, «perché – diceva – al Signore l’ho richiesto». Quando poi Elkanà andò con tutta la famiglia a offrire il sacrificio di ogni anno al Signore e a soddisfare il suo voto, Anna non andò, perché disse al marito: «Non verrò, finché il bambino non sia svezzato e io possa condurlo a vedere il volto del Signore; poi resterà là per sempre».
Dopo averlo svezzato, lo portò con sé, con un giovenco di tre anni, un’efa di farina e un otre di vino, e lo introdusse nel tempio del Signore a Silo: era ancora un fanciullo. Immolato il giovenco, presentarono il fanciullo a Eli e lei disse: «Perdona, mio signore. Per la tua vita, mio signore, io sono quella donna che era stata qui presso di te a pregare il Signore. Per questo fanciullo ho pregato e il Signore mi ha concesso la grazia che gli ho richiesto. Anch’io lascio che il Signore lo richieda: per tutti i giorni della sua vita egli è richiesto per il Signore». E si prostrarono là davanti al Signore".


La vicenda di Anna, madre del profeta Samuele, ha grande rilievo nella Scrittura, perché la nascita del profeta è dovuta all'intervento del Signore, come per tanti bambini fondamentali nella storia della salvezza.
Anna è sterile e va nel santuario a chiedere il dono di un figlio. Riceve la grazia della maternità e torna a rendere grazie al Signore, mentre Samuele viene consegnato al sacerdote Eli perché cresca nel santuario educato ai precetti del Signore.
Anna l'ha chiesto in dono al Signore e poi dice "anch’io lascio che il Signore lo richieda: per tutti i giorni della sua vita egli è richiesto per il Signore".
E' un dono chiesto e ricevuto che torna in dono a tutta la comunità affinché sia segno della grazia del Signore che continua a fecondare il popolo.

"Per la tua vita, mio signore".
La mamma di Samuele si rivolge al sacerdote Eli ispirata dallo Spirito. Sta per confidare il suo proposito, quello di consacrare il bambino al servizio del Signore e spera di avere il suo consenso. I ragazzi venivano infatti istruiti e vivevano all'interno del tempio di Silo, guidati dal sacerdote e anche loro destinati al servizio divino.

"Io sono quella donna che era stata qui presso di te a pregare il Signore".
Quando Anna era andata la prima volta al tempio, era afflitta e pregava, ma non aveva ricevuto una buona accoglienza da Eli, che l'aveva creduta ubriaca (cfr. 1Sam 9,16).
Dopo la nascita del figlio, diviene testimone delle meraviglie che il Signore ha fatto in lei togliendogli la vergogna della sterilità.
Dalla tribolazione alla pace, dal pianto alla gioia: Anna donna di fede ha trovato la via giusta della consolazione; ha riposto la sua pena e il suo limite nel Signore e ora può rendere grazie e farne partecipe anche il sacerdote.

"Per questo fanciullo ho pregato e il Signore mi ha concesso la grazia che gli ho richiesto".
La nascita è da sempre il segno massimo della benevolenza del Creatore, colui che dona fecondità e la possibilità di procreare. A questa donna la preghiera ha aperto il cuore e ha sintonizzato i suoi desideri e i suoi bisogni con la volontà del Signore che aveva per lei in serbo la nascita del grande profeta, Samuele. Il figlio nato da questa grazia diverrà grande in Israele, grazie alla fede della madre, piantata in lui prima della nascita.

Oggi, festa della Santa Famiglia, la Parola di Dio ci ricorda come sia necessaria la preghiera in ogni esperienza familiare per tenere viva la speranza, nonostante le avversità della vita.
La grazia è compagna di vita, sostegno alle fatiche educative, apertura alla fecondità che viene dal Padre e fa protagonisti i suoi figli affinché trasmettino, di generazione in generazione, la lode per la sua potenza vitale.


Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura 1Sam 1,9-20
Commento del 14/01/2020

Salmo 84 (83)
Commento del 11/09/2020

Seconda lettura 1Gv 3,1-3
Commento del 01/11/2020

Vangelo di Lc 2,41-51
Commento del 19/03/2020

Commenti


  1. "Io sono quella donna che era stata qui presso di te a pregare il Signore".
    Io sono quella donna.
    Tutti siamo quella donna.
    La via di quella donna
    è la nostra via al cuore di Dio.
    Pregare è grazia.
    Pregare è mistero.
    Pregare è vita.
    Pregare è incontro.
    Pregare è presenza.
    Pregare è fiducia.
    Pregare è sperare.
    "Io sono quella donna che era stata qui presso di te a pregare il Signore".
    A chi affidare i pesi se non al Signore?
    In chi rifugiarsi se non nel Signore?
    In chi trovare forza se non nel Signore?
    "Io sono quella donna che era stata qui presso di te a pregare il Signore".

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  2. ---- poi resterà là per sempre».

    Una volta incontrato non lo lasci più
    Così per ognuno che ha fatto l'esperienza di quest'incontro,di amore vero,misericordia,gratuità e tantissimo ancora..................
    Grazie Signore,aiutami ancora ,rivivendo il mio primo incontro con TE!
    Non ti voglio lasciare mai!
    Aiutami sempre
    Amen

    RispondiElimina

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