Salmo del 13 ottobre 2023

Si è impigliato il loro piede

Sal 9,16-17

"16 Sono sprofondate le genti nella fossa che hanno scavato,
nella rete che hanno nascosto si è impigliato il loro piede.

17 Il Signore si è fatto conoscere, ha reso giustizia;
il malvagio è caduto nella rete, opera delle sue mani".

Dio non delude le nostre speranze, non si dimentica dei poveri: è la bella notizia del Salmo 9 che sorge per rassicurare i nostri cuori spaventati.
E' una professione di fede fatta in mezzo alla tempesta della vita in cui lamento e lode si uniscono in un unico anelito di speranza.
Rendere grazie, gioire, esultare, cantare è facile nella tranquillità, nell'appagamento e nella beatitudine.
Ma i Salmi non valgono solo per quei giorni, non sarebbero preghiera continua se dimenticassero il male, il peccato e la sofferenza.
Proprio nella tempesta diventano un'ancora a cui aggrapparsi per leggere la nostra storia e quella dell'umanità con gli occhi della fede.

"Sono sprofondate le genti nella fossa che hanno scavato,
nella rete che hanno nascosto si è impigliato il loro piede".
Il giusto nella Scrittura, così come nella storia di tutti i popoli della terra, è spesso perseguitato dall'empio,
Ma con la fede il credente trova uno spiraglio di luce che si insinua nelle tenebre fitte: i persecutori sembrano prevalere ma nel tempo si scopre come siano vittime dei loro stessi tranelli, delle loro trappole mortali.
Il salmista evangelizza il nostro discernimento, che non può seguire la propaganda dei potenti, ne svela i meccanismi che vorrebbero nascondere.
Scavano fosse di trincee e tombe, celano trappole per cacciare come predatori sanguinari. Eppure il Signore realizza la sua giustizia, senza fermarli direttamente. I loro piedi inciampano nei tranelli da loro stessi orditi, l'arroganza li spinge all'auto distruzione.

"Il Signore si è fatto conoscere, ha reso giustizia;
il malvagio è caduto nella rete, opera delle sue mani".
Così si è manifestata agli occhi di tutti la sapienza del Signore, che lavora nel segreto, che sconfigge i nemici per mezzo delle loro stesse macchinazioni.
Rimane come esempio per tutti l'arroganza del faraone che, dopo una lotta estenuante col popolo, con Mosè e con Dio, sceglie comunque di inseguire e uccidere.
L'epilogo è la devastazione dell'esercito affogato nel mare (cfr. Es 15).
La sapienza è scoprire nelle trame della storia una volontà salvifica che rovescia i potenti dai troni, che libera dal male e rende giustizia agli oppressi.

Il pensiero di questi giorni non può che andare a tutti i credenti in Terra Santa, agli ebrei, ai cristiani e ai mussulmani inermi e innocenti che pagano con la vita e con la sopraffazione anni e anni di prevaricazioni e di una guerra sommersa che pochi volevano vedere. Essi soccombono per interessi economici che non li hanno mai privilegiati.

Ma c'è una piccola preghiera che si fa speranza:
"Nella rete che hanno nascosto si è impigliato il loro piede".

Chi ha interessi nel fare guerra inciampi nelle sue stesse reti.

Il Signore operi pace, sia pace per Gerusalemme, sia pace per tutti i suoi figli.
Il male non prevalga, sia distrutto dalle sue stesse opere.
Questa la nostra preghiera nella notte, sgomenti davanti all'escalation di violenza che sembra inarrestabile da tutte le parti.
"Sorgi, Signore, non prevalga l’uomo" (9,20).

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Gl 1,13-15; 2,1-2
Commento del 11/10/2019

Salmo 9,1-11
Commento del 23/11/2019

Vangelo di Lc 11,14-23
Commento del 14/03/2023