Prima lettura del 12 ottobre 2023

 
Duri sono i vostri discorsi contro di me
Ml 3, 13-20a

"Duri sono i vostri discorsi contro di me – dice il Signore – e voi andate dicendo: «Che cosa abbiamo detto contro di te?».
Avete affermato: «È inutile servire Dio: che vantaggio abbiamo ricevuto dall’aver osservato i suoi comandamenti o dall’aver camminato in lutto davanti al Signore degli eserciti? Dobbiamo invece proclamare beati i superbi che, pur facendo il male, si moltiplicano e, pur provocando Dio, restano impuniti».
Allora parlarono tra loro i timorati di Dio. Il Signore porse l’orecchio e li ascoltò: un libro di memorie fu scritto davanti a lui per coloro che lo temono e che onorano il suo nome.
Essi diverranno – dice il Signore degli eserciti – la mia proprietà particolare nel giorno che io preparo. Avrò cura di loro come il padre ha cura del figlio che lo serve. Voi allora di nuovo vedrete la differenza fra il giusto e il malvagio, fra chi serve Dio e chi non lo serve.
Ecco infatti: sta per venire il giorno rovente come un forno. Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venendo, li brucerà – dice il Signore degli eserciti – fino a non lasciar loro né radice né germoglio. Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia".

L'ultimo dei libri profetici dell'antico testamento è quello di Malachia.
Il suo nome significa "messaggero di Dio" o "angelo di Dio"; è un profeta vissuto nel periodo successivo al ritorno dall'esilio babilonese attorno al V a.C.
L'illusione che ricostruire il tempio e la città di Gerusalemme sarebbe stata la soluzione a tutti i problemi, ben presto svanisce e il popolo ricade nelle ingiustizie e nella corruzione che opprime i più deboli.
La predicazione del profeta ruota intorno a due grandi problemi: le colpe cultuali dei sacerdoti e dei fedeli e lo scandalo dei matrimoni misti e dei divorzi.
È un tempo di decadenza nella storia dell'Israele e il profeta con la sua voce scuote le coscienze assopite richiamandole ad una nuova fedeltà e all'ascolto della Parola di vita.

"Duri sono i vostri discorsi contro di me – dice il Signore – e voi andate dicendo: «Che cosa abbiamo detto contro di te?»".
La prova durissima dell'esilio non ha fatto diminuire l'arroganza e il peccato che avevano portato al decadimento Israele prima dell'invasione babilonese.
Le prove della vita tanto dure dovrebbero smuovere i cuori pietrificati nelle proprie convinzioni mortali, ma spesso non è così.
Il Signore non demorde e nel libro di Malachia assistiamo a delle dispute messe in atto da lui stesso affinché il suo popolo rifletta sulla deriva che lo distrugge.
Al contempo Israele critica il Signore per le vie in cui ha condotto la sua storia, come se fosse lui la causa di tutti i mali.
La domanda del versetto svela la furbizia di chi giudica ma non vuole esporsi, condanna il progetto divino ma non lo fa apertamente.

"Avete affermato: «È inutile servire Dio: che vantaggio abbiamo ricevuto dall’aver osservato i suoi comandamenti o dall’aver camminato in lutto davanti al Signore degli eserciti?»".
Dio non si ferma e porta alla luce la delusione e la fatica di affidarsi a lui da parte dei suoi figli.
A che è servito servire il Signore, essere fedeli ai suoi comandamenti? E' una domanda che spesso grida nel nostro cuore che si aspettava privilegi dall'essere credenti e invece la nostra vita non è diversa da quella di chi non crede. Anzi, forse ci sembra più provata, più amareggiata!
La fede davanti al fallimento e alla sofferenza si interroga: dove sta il vantaggio?

"Dobbiamo invece proclamare beati i superbi che, pur facendo il male, si moltiplicano e, pur provocando Dio, restano impuniti".
Sentiamo spesso parlare così, quanta amarezza ci circonda e ci abita! Sembra che il male abbia migliore ricompensa, che non ci sia più spazio per la speranza. Addirittura sospettiamo che avere un Padre sia inutile!
Un profeta serve anche a questo, a portare alla luce i rimproveri che spesso non osiamo fare al Signore, pur vivendoli.
"Duri sono i vostri discorsi contro di me": è vero, siamo duri con chi ci ama, ce la prendiamo con Dio quando la sofferenza cresce come un'onda che ci inghiotte.
Ma uscendo sulla bocca e ascoltandola, la mancanza di speranza innesca un processo di guarigione che ci fa docili alla riconciliazione che il Signore vuole con ognuno di noi.
Egli, come un buon medico, non rinfaccia una mancanza di fiducia per vendicarsi, ma preferisce affrontare ogni rifiuto per fare la diagnosi e assegnare poi la cura.
La sua luce ci trae fuori dall'abisso, porta conforto e sollievo, facendoci scoprire che è veramente un vantaggio poter camminare, seppur in lutto, davanti a lui.
Non siamo soli nella lotta. Col Signore accanto possiamo affrontare la vita.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Salmo 1
Commento del 18/02/2021

Vangelo di Lc 11, 1-13
Commento del 24/07/2022

Commenti

  1. "Duri sono i vostri discorsi contro di me – dice il Signore".
    Liberami Signore dal cuore indurito, dalla parola che porta amarezza, dalla preghiera senza speranza, dallo sguardo senza fiducia,
    dal cammino senza gioia.
    "Duri sono i vostri discorsi contro di me – dice il Signore".

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  2. Allora parlarono tra loro,i TIMORATI di DIO
    Signore annoverami fra quelli che non brontolano,non fanno a pugni nel quotidiano,continuamente;non affollano la schiera dei "non posso"---
    Per questo t'imploro!
    Grazie

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