Prima lettura del 4 ottobre 2023

Non ci sia altro vanto
Gal 6,14-18
"Fratelli, quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.
Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura. E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l’Israele di Dio.
D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo.
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen".


Dal giorno della conversione sulla strada di Damasco fino alla sua morte, Paolo ha vissuto solo per Gesù e per il Vangelo.
Non si trovano altri interessi nella sua vita, tutta assorbita, rapita dalla luce e dalla gloria che gli è stata mostrata il giorno della sua chiamata ad apostolo del Cristo.
Spesso nelle lettere parla di sé stesso e si lascia andare a confidenze per i suoi destinatari che considera figli.
A loro trasmette ciò che lo infervora, quell'amore grande per Gesù che sarà la forza della sua predicazione che continua a portare frutti dopo 2000 anni!
Nella lettera ai Galati, scritta in reazione a notizie dolorose per lui giuntegli da quella regione, Paolo ripercorre tutto il suo annuncio alla luce della contrapposizione tra la legge e il Vangelo. La prima non ha evitato la morte, il secondo ha donato la vita eterna per pura grazia, per dono gratuito e immeritato di Dio. È in questo contesto che Paolo parla della croce di Gesù, fonte di salvezza per ogni persona al mondo.

"Fratelli, quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo".

Dopo la partenza di Paolo dalla Galizia alcuni missionari
avevano spacciato la sapienza umana per volontà divina.
Per questi predicatori, che pur si dicevano cristiani, si poteva accedere alla salvezza solo se si partiva dalla legge di Mosè e iniziandosi con la circoncisione.
Per Paolo ciò rende vana la croce di Cristo (cfr. 1 Cor 1,17); sono tutti modi umani per crearsi una via di salvezza legata al passato e al proprio "merito".
Paolo si vanta solo della croce di Gesù, insensata secondo la mentalità del mondo, ma fonte di sapienza nuova a cui si attinge arrendendosi all'amore divino.

"Per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo".
La croce di Gesù, il suo dono d'amore è lo spartiacque tra il mondo, con la sua sapienza che genera divisione e morte, e la vita nuova in Cristo Gesù.
Su quella croce le logiche del mondo sono distrutte per Paolo. E Paolo é morto al mondo perché non più guidato dalla vendetta contro i cristiani, dalla meritocrazia antica e dalla legge che uccide.
L'interesse religioso ed egocentrico, la violenza del potere e i gioghi della legge sono messi in luce dalla croce e si mostrano mortali nelle loro lusinghe.
Leggendo e meditando le sue lettere scopriamo come la plausibilità della religiosità umana abbia lasciato il posto per sempre alla stoltezza della croce.
Una rivoluzione ha operato il Cristo con la rivelazione del Padre misericordioso che dona tutto per noi, una rivoluzione ha continuato Paolo con la sua predicazione da innamorato del Vangelo.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Gal 6, 14-18
Commento del 04/10/2019

Salmo 16 (15), 7-8
Commento del 04/10/2022

Vangelo di Mt 11, 25-30
Commento del 29/04/2022

Commenti

  1. Quello che conta è l’essere nuova creatura!
    A questo mi ha chiamato il mio Salvatore
    A donarmi,fino a tutte le mie forze,per l'Altro
    E' assurdo?
    No,se viene dal cuore guidato da un cervello che fagocitato TANTE storie incredibili come quelle di S.Francesco ,di cui ricorre memoria oggi
    Il cuore viene rinnovato di conseguenza
    Le viscere si muovono,mi spingono davanti ad un bisognoso
    Grazie,papà

    RispondiElimina
  2. "Fratelli, quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo".
    Vantarsi della Croce è vantarsi
    dell'amore di Dio per me,
    della sua misericordia senza ostacoli,
    della sua benevolenza senza fine, della sua compassione per i peccatori,
    della sua vicinanza
    ad ogni
    sofferente,
    della sua partecipazione
    ad ogni morte,
    della sua cura senza fine
    per ogni vita,
    dell'unica speranza di eternità.
    "Fratelli, quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo".

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