Prima lettura del 7 giugno 2024

 

Tutta la pienezza di Dio
Ef 3,8-12.14-19

"Fratelli, a me, che sono l'ultimo fra tutti i santi, è stata concessa questa grazia: annunciare alle genti le impenetrabili ricchezze di Cristo e illuminare tutti sulla attuazione del mistero nascosto da secoli in Dio, creatore dell'universo, affinché, per mezzo della Chiesa, sia ora manifestata ai Principati e alle Potenze dei cieli la multiforme sapienza di Dio, secondo il progetto eterno che egli ha attuato in Cristo Gesù nostro Signore, nel quale abbiamo la libertà di accedere a Dio in piena fiducia mediante la fede in lui.

Per questo io piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ha origine ogni discendenza in cielo e sulla terra, perché vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati nell'uomo interiore mediante il suo Spirito.

Che il Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l'ampiezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità, e di conoscere l'amore di Cristo che supera ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio".


Il capitolo terzo della lettera di Paolo ai cristiani di Efeso è l'eco della sua preghiera per la comunità, perché abbiano dal Signore la sapienza spirituale che li guidi nella conoscenza interiore e profonda del mistero di Gesù e nel progetto d'amore del Padre. È dal Signore infatti che viene il dono di una conoscenza interiore del Cristo vivente, nascosto agli occhi del mondo, e che solo un cuore docile allo Spirito può sperimentare vivo e presente in noi. 

Paolo scrive a partire dalla propria esperienza, lui che pur ritenendosi "l'ultimo fra tutti i santi", il più piccolo tra tutti i credenti, ha ricevuto la grazia di conoscere e di annunciare l'immensità della grazia. 


"Che il Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori". 

L'augurio di Paolo è quello che faremmo noi per chi amiamo, per i nostri figli.

Che il Cristo abiti in voi!

L'inabitazione del Verbo nella nostra realtà, seppur contorta e faticosa, è fonte di benedizione continua, di consolazione e forza.

La fede che ci è stata donata è la sorgente di quella fiducia filiale che ci fa aprire al progetto salvifico che ci ha voluti e ci precede.

Il risorto è vivente in mezzo a noi, ma in modo nuovo, nello Spirito, ma non è un rapporto esteriore, a distanza, né una teoria, ma una presenza con cui vivere in relazione autentica, familiare, quotidiana. 


"E così, radicati e fondati nella carità".

Altro aspetto insieme alla fede e la necessità di essere radicati è fondati nell'amore di Dio che diventa amore per gli altri. 

Non basta la fede per il nostro cammino; fondamentale è la carità reciproca e verso tutti i bisognosi.

L'amore non è vero se non è concreto, fatto di gesti che sostengono, parole che sono carezze, sguardi che conoscono chi ci è prossimo.


"Siate in grado di comprendere con tutti i santi". 

Paolo usa rivolgersi ai fratelli della chiesa primitiva come ai "santi".

È santità condivisa che viene dal Padre, santificazione che salva dalla dispersione, dall'egocentrismo e spinge ad attingere alla santità che il Cristo ha contagiato in noi.


"Quale sia l'ampiezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità, e di conoscere l'amore di Cristo che supera ogni conoscenza". 

L'amore che il Vangelo annuncia e di cui ci permette di fare esperienza e di una qualità diversa di quello di quello che siamo soliti sperimentare tra di noi. 

Sono elencate "le misure" di ciò che non può avere misura, le coordinate dell'amore che non ha i nostri limiti, che ci coinvolge completamente, oltre ogni aspettativa.

Come un grande pacco regalo, da qualsiasi parte si guardi, è abbondante straripante e prende tutta la nostra vita.

È una conoscenza "altra" che non sapremmo descrivere, che supera l'intuito, le capacità personali, la bravura e la cultura.

È conoscere in lungo e in largo, internamente e al di fuori.

Nulla sfugge a chi guarda amando!


"Perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio"

Ecco a cosa porta questa esperienza di fede amante: a sperimentare la pienezza in noi, l'inesauribile ricchezza della Vita, la gioia incontenibile di una presenza.

L'Amore è conoscenza nel profondo, come quella di una madre che conosce dal viso le necessità di un neonato incapace di esprimersi e, così, se ne prende cura.

Ricolmi e straripanti di Dio, entriamo nell'augurio di Paolo che, padre amorevole, ci ha lasciato in eredità la grandezza della sua fede, la temerarietà della sua carità e la forza del suo annuncio.


Link di approfondimento alla liturgia del giorno:


Prima lettura di Os 11,1-4.8-9

Commento del 07/07/2022


Salmo da Is 12,2-6

Commento del 31/05/2023


Seconda lettura di Ef 3,2-12

Commento del 21/10/2020


Vangelo di Gv 19,31-37

Commento dell'11/06/2021


Commenti


  1. "Siate ricolmi di tutta
    la pienezza di Dio".
    Ricolmi di pienezza.
    È il modo di misurare di Dio:
    senza misura.
    La pienezza di Dio
    è per me.
    È offerta con grande abbondanza
    alla mia vita.
    Di questo ha sete la mia vita.
    Solo questo può colmare la mia vita.
    "Siate ricolmi di tutta
    la pienezza di Dio".

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  2. sono l'ultimo fra tutti
    Si
    Anch'io chiamato a Parlare di TE,non di me
    A mostrarti per quello che doni,che dai,che fai,che concedi,che regali,che abbracci...e tanto altro.
    Anch'io da ultimo fra tutti sono investito di questo ruolo di manifestare TE!
    Aiutami in questo,sempre;coltivami TU;potami TU!
    Amen

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