Seconda lettura di domenica 30 giugno 2024
La loro abbondanza supplisca alla vostra indigenza
2Cor 8,7.9.13-15
Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.
Non si tratta di mettere in difficoltà voi per sollevare gli altri, ma che vi sia uguaglianza. Per il momento la vostra abbondanza supplisca alla loro indigenza, perché anche la loro abbondanza supplisca alla vostra indigenza, e vi sia uguaglianza, come sta scritto: «Colui che raccolse molto non abbondò e colui che raccolse poco non ebbe di meno»".
Paolo dedica due capitoli della seconda lettera ai Corìnzi ad un fatto abbastanza marginale: la colletta promossa nelle varie comunità d lui fondate a favore della Chiesa di Gerusalemme che attraversava un momento di grande bisogno.
Marginale poi non tanto se Paolo prende punto da un'occasione concreta per meditare su un tema centrale per la nostra fede: la carità, la condivisione, l'attenzione alla povertà altrui, il fare entrare nella propria ottica e nelle proprie priorità l'indigenza iniqua di chi non è fortunato come noi.
I suoi scritti testimoniano quanto la cosa gli stesse a cuore e se pensiamo al meraviglioso inno alla carità (cfr. 1 Cor 1,1-13), ci rendiamo conto di quanto Paolo ritenga una grazia entrare nello stesso amore del Padre.
Lasciare spazio dentro di noi alla generosità che ci spoglia di qualcosa in effetti superfluo, che superfluo non è per chi è nell'indigenza, ha senso nell'imitazione di ciò che ha fatto il Cristo, il quale "da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà".
"Non si tratta di mettere in difficoltà voi per sollevare gli altri, ma che vi sia uguaglianza".
Paolo è ispirato da un principio nel promuovere la colletta a favore dei più poveri: si tratta in fondo di fare uguaglianza.
Nella tradizione ebraica questo concetto è indicato con la parola "zedaqah" che letteralmente significa giustizia o rettitudine; non indica semplicemente il fare l'elemosina, ma si riferisce all'obbligo morale e religioso di fare ciò che è bene e giusto.
Lo scopo è rendere i destinatari del dono, indipendenti, autosufficienti, capaci di sostentarsi da soli. È un ideale irrinunciabile lavorare perché nella comunità dei credenti non ci sia chi è nell'abbondanza e chi è nella povertà più profonda, quindi mortale.
"Per il momento la vostra abbondanza supplisca alla loro indigenza".
È una situazione temporanea, del momento presente. Non è una pianificazione di aiuti come quelli mondiali che sembrano gocce nell'oceano, palliativi che non sollevano nessuno dal bisogno.
E' la risposta concreta, mirata, ad una carenza a cui qui e ora è necessario far fronte, non per buonismo ma per giustizia!
"Perché anche la loro abbondanza supplisca alla vostra indigenza, e vi sia uguaglianza".
Paolo mostra l’abbondanza nei fratelli che non è solo quella economica. La spiritualità dei cristiani di Gerusalemme ha benedetto e sostenuto i Corinzi. Dunque condividere con loro la loro abbondanza materiale non è che uno scambio di doni. E la comunità cresce tutta, armoniosamente di ricchezza in ricchezza.
"Come sta scritto: «Colui che raccolse molto non abbondò e colui che raccolse poco non ebbe di meno»".
Può suonarci strano questo proverbio, ma Paolo lo ricava da un episodio ben conosciuto dell'Esodo (cfr. Es 16,18) in cui si dice che la manna era donata da Dio in maniera da bastare secondo le necessità di ognuno.
Chi per ingordigia ne raccoglieva più del necessario, se la trovava poi imputridita e inservibile.
Da qui la sapienza evangelica di chi condivide e non accumula.
Penso all'attualità delle parole di Paolo nei nostri giorni in cui la guerra in atto in Terra Santa rende estremamente bisognoso chi vive in quei luoghi.
Penso alla mentalità del mondo che ci impregna e ci fa valutare solo le ricchezze materiali, non considerando che noi siamo beneficati continuamente da ricchezze spirituali e immateriali che ci consentono di vivere nella serenità e nella pace.
Oggi il Signore chiama al dono a favore di chi è nel bisogno e ci chiama ad aprire gli occhi sulla ricchezza immensa che i fratelli sono per la nostra vita.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di Sap 1,13-15; 2,23-24
Commento del 27/06/2021
Salmo 30 (29),11-13
Commento del 28/03/2022
Seconda lettura di 2Cor 8,1-9
Commento del 15/06/2021
Vangelo di Mc 5,21-43
Commento del 30/01/2024
Da qui la sapienza evangelica di chi condivide e non accumula.
Penso all'attualità delle parole di Paolo nei nostri giorni in cui la guerra in atto in Terra Santa rende estremamente bisognoso chi vive in quei luoghi.
Penso alla mentalità del mondo che ci impregna e ci fa valutare solo le ricchezze materiali, non considerando che noi siamo beneficati continuamente da ricchezze spirituali e immateriali che ci consentono di vivere nella serenità e nella pace.
Oggi il Signore chiama al dono a favore di chi è nel bisogno e ci chiama ad aprire gli occhi sulla ricchezza immensa che i fratelli sono per la nostra vita.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di Sap 1,13-15; 2,23-24
Commento del 27/06/2021
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Commento del 28/03/2022
Seconda lettura di 2Cor 8,1-9
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Vangelo di Mc 5,21-43
Commento del 30/01/2024
"Per il momento la vostra abbondanza supplisca alla loro indigenza".
RispondiEliminaÈ il momento del bisogno.
È il momento della provvidenza.
È il momento della fraternità.
È il momento della carità.
Abbondanza condivisa,
è benedizione.
"Per il momento la vostra abbondanza supplisca alla loro indigenza".
Vi sia uguaglianza!
RispondiEliminaÈ il grido di quelli che sono ridotti malissimo;gli abitanti le periferie,i bistrattati e derubati,gli oppressi.
Quanti ancora..gridano ,tendono la mano..
Signore donami la TUA logica di misericordia e di dono fisico e spirituale a chi incontro.
Amen