Salmo di domenica 23 aprile 2024

Le sue meraviglie nel mare profondo
Sal 107 (106),23-26

"23 Altri, che scendevano in mare sulle navi
e commerciavano sulle grandi acque,

24 videro le opere del Signore
e le sue meraviglie nel mare profondo".


Il Salmo 107 innalza il ringraziamento per il pericolo scampato. E' uno sguardo franco, sincero. Se aprissimo gli occhi sulla realtà ci renderemmo conto che centinaia sono le situazioni in cui rischiamo la morte, fisica e spirituale, e mille volte il Signore viene in nostro aiuto manifestando il suo volto di Salvatore.
Il salmista fa memoria di quattro situazioni: un carovaniere che rischia di morire di sete nel deserto; un carcerato che vive l'incubo di una cella tenebrosa con le catene che lo bloccano; un malato grave che arriva a sfiorare la morte e un marinaio che rischia di essere inghiottito da una furiosa tempesta marina.
Quattro situazioni di pericolo estremo, immagini simboliche che vogliono risvegliare in noi la memoria di arsura, prigionia, malattia e tempesta, subite in passato.
È un canto di fede che possiamo fare nostro, oggi nella meditazione, e che può sorreggerci nell'attraversare periodi tenebrosi e profondamente dolorosi in futuro.

"Altri, che scendevano in mare sulle navi".
Israele storicamente non è stato un popolo di navigatori, ma comunque il mare, che lambisce la Palestina, costringeva il popolo ad affrontarlo per necessità.
Con grande timore ci si avventura su un terreno che non è il nostro, ma è la vita a imporci certi passaggi, alcune pasque impossibili da scansare. Scendere in mare è già presagire acque pericolose, tempeste e precarietà per chi invece ama la terra ferma.

"E commerciavano sulle grandi acque".
Il Salmo ci offre una situazione di difficoltà da affrontare per necessità, non certo per spirito d'avventura. La sussistenza spinge a guadagnarsi il pane non solo col sudore della fronte (cfr. Gn 3,19), ma sopportando situazioni al limite della fattibilità.
Le "grandi acque" richiamano quelle delle origini del mondo che solo Dio riesce ad arginare (cfr. Gn 1,6-10) e il mar Rosso attraversato miracolosamente dagli ebrei in fuga dall' Egitto (cfr. Es 15,1).
La memoria della fede fa guardare ai fatti concreti con una luce provvidente, rimanendo aperti alla presenza di Dio, al suo braccio forte che interviene a nostro favore.
Una fede senza memoria è miope, riduce la realtà a semplici fatti senza una meta e tutta la vita diventa una roulette, un'immensa casualità che ci risucchia nel non senso.

"Videro le opere del Signore".
Vedere le opere del Signore, ammirare i suoi prodigi, è lo sguardo onnicomprensivo del credente.
Direi che la fede fa spalancare gli occhi anche sul male e sui pericoli mortali che di solito si cerca di minimizzare o ignorare, amplificando in noi la sofferenza.
Ma questa capacità di guardare onestamente alla propria vita e a quella degli altri, permette uno sguardo oltre le nuvole e così apre alla meraviglia e alla lode.
Ogni giorno dobbiamo chiedere occhi capaci di vedere le opere di Dio nel nostro concreto, nella semplicità del quotidiano che diventa gravido di salvezza.

"E le sue meraviglie nel mare profondo".
Se il mare terrorizza l'uomo biblico, ancora di più le acque profonde, gli abissi.
Anche noi, lo ammettiamo, viviamo con l'incubo che un male grande ci possa risucchiare, che dietro l'angolo si presenti una delle sofferenze insopportabili che tanti fratelli subiscono. E allora come i discepoli, nel Vangelo di oggi, gridiamo: "Maestro, non t'importa che siamo perduti?" (Mc 4,38)
La mano del Signore minaccia il vento, calma il mare, seda la tempesta.
Nel profondo le meraviglie del Signore esplodono con tutta la loro forza pasquale, i gorghi della morte liberano dalla loro presa.
La mano del Padre si fa largo nel mare delle nostre lacrime, della nostra depressione, dell'angoscia mortale; ci raggiunge e ci libera.
Il modo di operare di Dio è sorprendere con la Pasqua, è liberare dalla morte con un'azione tenace e continua nella storia, è dono della Vita del Figlio per ogni figlio.
Non profondo ammiriamo le meraviglie del suo amore e risaliamo ad una vita piena, colma di significato, riscattata e felice.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Gb 38,1.8-11
Commento del 20/06/2021

Seconda lettura di 2Cor 5,14-21
Commento del 15/06/2019

Vangelo di Mc 4,35-41
Commento del 29/01/2022

Commenti

  1. "Videro le opere del Signore
    e le sue meraviglie nel mare profondo".
    È il più bel dono della fede.
    Vedere le opere di Dio,
    le opere del suo amore,
    della sua fedeltà,
    della sua benevolenza.
    E vederle proprio
    quando si tocca il fondo.
    È il più bel dono della fede.
    "Videro le opere del Signore
    e le sue meraviglie nel mare profondo".

    RispondiElimina
  2. Nell’angustia gridarono al Signore,
    ed egli li fece uscire dalle loro angosce.
    La tempesta fu ridotta al silenzio,
    tacquero le onde del mare!
    FAI QUESTO PER ME SEMPRE!
    Ho la capacità e la causalità ci sguazza....di trovarmi spesso in tempesta...
    Ma la tempesta per antonamasia è la mia perdizione........
    Stammi sempre vicino e tutto si cheta!
    Amen

    RispondiElimina

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