Prima lettura del 6 giugno 2024

Ma la parola di Dio non è incatenata!
2Tm 2,8-15

"Figlio mio,

ricòrdati di Gesù Cristo,
risorto dai morti,
discendente di Davide,
come io annuncio nel mio Vangelo,
per il quale soffro
fino a portare le catene come un malfattore.
Ma la parola di Dio non è incatenata! Perciò io sopporto ogni cosa per quelli che Dio ha scelto, perché anch’essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna. Questa parola è degna di fede:
Se moriamo con lui, con lui anche vivremo;
se perseveriamo, con lui anche regneremo;
se lo rinneghiamo, lui pure ci rinnegherà;
se siamo infedeli, lui rimane fedele,
perché non può rinnegare se stesso.
Richiama alla memoria queste cose, scongiurando davanti a Dio che si evitino le vane discussioni, le quali non giovano a nulla se non alla rovina di chi le ascolta. Sfòrzati di presentarti a Dio come una persona degna, un lavoratore che non deve vergognarsi e che dispensa rettamente la parola della verità".


Paolo scrive due lettere indirizzate al suo discepolo Timoteo, amico fraterno e compagno nei viaggi missionari, messo a capo della comunità cristiana di Efeso. Per Paolo è un "figlio carissimo" (2Tm 1,2), che segue nella crescita spirituale e al quale lascia in eredità la sua fede.
La seconda lettera che leggiamo in questi giorni è un vero piano pastorale per la guida delle comunità.
Paolo esorta Timoteo a fondare la sua vita sulla Parola di Dio che dovrà annunciare sempre.
E' questo l'insegnamento fondante di ogni cammino cristiano, perché sia completo e predisposto a fare il bene (cfr.2Tim 3,17).

"Figlio mio,
ricòrdati di Gesù Cristo".

Il grande affetto che l'apostolo ha per Timoteo traspare in tutte le lettere.
Il suo servizio ai fratelli della comunità on sarà facile, come non lo è stato per Paolo e per questo lo prepara alle difficoltà facendolo ancorare alla memoria di Gesù Cristo, alle sue parole e alle sue opere.
Non c'è fondamento solido al di fuori di questo e la fede si nutre del Vangelo come cibo quotidiano.

"Risorto dai morti,
discendente di Davide,
come io annuncio nel mio Vangelo".

Fare riferimento a Gesù è attingere a tutta la ricchezza della Scrittura, alle promesse fatte ai padri, alla stirpe di Davide secondo la promessa del Signore.
Come Gesù, il grande re d'Israele è Messia, unto re e Salvatore del suo popolo, paradigma di docilità e innamoramento della Parola che esce dalla bocca di Dio.
Il Salvatore è sorto da questa promessa mai revocata, dal popolo dell'alleanza salvato con la sua risurrezione e divenuto segno di figliolanza dell'intera umanità.

"Per il quale soffro
fino a portare le catene come un malfattore".

Gesù Cristo non è solo fondamento della vita di Paolo, è anche motivo del suo apostolato che non si ferma davanti a nessun intoppo, procede nonostante le peripezie e la sofferenza che segnano i sui viaggi.
Non sono parole teoriche: l'apostolo scrive mentre è in prigione a Roma, a causa della sua fede.
Il suo "reato" è la speranza che ha posto nel Signore, l'aver rinunciato a qualsiasi arroganza sulla salvezza e aver lasciato che il Cristo lo attirasse a sé nell'abbassamento e nel servizio.

"Ma la parola di Dio non è incatenata!"
Con quale gioia avrà scritto questa parola Paolo! Quanta gioia dà ascoltarla!
Possono anche arrestare i missionari ma la Parola di Dio non può essere fermata da nessun potere umano.
La Parola di Dio è efficace, ha la forza dello Spirito di Dio, germoglia nonostante l'aridità dei cuori, porta frutto in terreni impossibili da fecondare.
E' piena della potenza di Dio questa fragile Parola che si incarna nella vita degli evangelizzatori e ne diventa la forza della vita.
"Ma la parola di Dio non è incatenata!" : come Timoteo mi sento confortata dalle parole del maestro Paolo e spronata nel mio piccolo contributo all'evangelizzazione e alla diffusione dell'amore di Dio.
Quel "ma" ci consoli tutti nell'annuncio che sembra essere per pochi, che passa quasi inosservato nella valanga di parole che invadono le nostre vite a tutti i livelli. Gli intralci alla Parola non sono che ragnatele nel vento, sgambetti temporanei che non possono fermarne la corsa verso il suo pieno e radioso compimento.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di 2Tm 2, 8-15
Commento del 04/06/2020

Salmo 25 (24),1-10
Commento del 24/01/2021

Vangelo di Mc 12,28-34
Commento del 12/03/2021

Commenti

  1. "Figlio mio,
    ricòrdati di Gesù Cristo".
    Una memoria
    preziosa,
    necessaria,
    che genera
    gratitudine
    e fiducia.
    Gesù Cristo,
    amico che dona
    la sua vita a noi,
    fratello che ci rende
    coeredi di Dio con lui,
    presenza vivente di Dio
    in mezzo a noi e in noi.
    Prezioso
    il ricordo continuo
    di così grande dono.
    "Figlio mio,
    ricòrdati di Gesù Cristo".

    RispondiElimina
  2. giulio--stamane google non mi riconosce6 giugno 2024 alle ore 07:41

    Se moriamo con lui, con lui anche vivremo!
    A questa logica mi devo attenere
    A questo comportamento devo mirare
    DESIDERARE.....di farlo, Giulio
    Amen

    RispondiElimina

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