Prima lettura del 4 giugno 2024

Aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova
2Pt 3,11-15.17-18

"Carissimi, quale deve essere la vostra vita nella santità della condotta e nelle preghiere, mentre aspettate e affrettate la venuta del giorno di Dio, nel quale i cieli in fiamme si dissolveranno e gli elementi incendiati fonderanno! Noi infatti, secondo la sua promessa, aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali abita la giustizia.
Perciò, carissimi, nell’attesa di questi eventi, fate di tutto perché Dio vi trovi in pace, senza colpa e senza macchia. La magnanimità del Signore nostro consideratela come salvezza.
Voi dunque, carissimi, siete stati avvertiti: state bene attenti a non venir meno nella vostra fermezza, travolti anche voi dall’errore dei malvagi. Crescete invece nella grazia e nella conoscenza del Signore nostro e salvatore Gesù Cristo. A lui la gloria, ora e nel giorno dell’eternità. Amen."


L'attesa del ritorno di Gesù e il passaggio da questo mondo a quello futuro è una dimensione essenziale della fede cristiana. E su questo punto il linguaggio si colora di immagini apocalittiche, cioè rivelative della salvezza operata dal Cristo.
Ci spaventa questa parola ma l'apocalittica è un genere letterario al pari delle parabole o del linguaggio profetico.
Anche Gesù lo usa e ci viene riportato ad esempio nel capitolo 13 di Marco.
Pietro, nella sua lettera, attinge a queste immagini per confortare e spingere lo sguardo nelle cose future che ci attendono. L'apostolo scrive a credenti a rischio di martirio invitandoli a sperare nella salvezza imminente.
Un dato è certo: questo mondo è destinato a passare e la fede ci dice che non sarà per catastrofi autoprodotte da noi, ma per un compimento, un progetto arrivato al suo apice che distruggerà la morte per sempre per lasciare posto al mondo redento e salvato.

"Carissimi, quale deve essere la vostra vita nella santità della condotta e nelle preghiere".
I discepoli di Gesù di ogni tempo devono discernere con chiarezza tra la mentalità del Vangelo e quella di questo mondo.
La loro condotta e le loro scelte devono essere di una qualità diversa, che non cerca arricchimento e potere, ma che si muove nell'ottica del servizio e del bene di tutti.
Santità e preghiera denotano un rapporto autentico con il Dio Santo e Vivente al quale va affidata la vita di ognuno e la storia del mondo che ha bisogno di redenzione.

"Mentre aspettate e affrettate la venuta del giorno di Dio".
Aspettare il giorno del Signore, annunciato dagli antichi profeti e dal Vangelo, è un'opera costante, un tendere in tutte le proprie scelte, col cuore e con la mente.
Attendere e affrettare il compimento della promessa Dio caratterizza una fede viva e impegnata nel rifiuto di ogni ingiustizia, nella prodigalità verso i più poveri, i forestieri, gli ammalati e chi non ha più un futuro.
Non siamo relegati solo a questo mondo, non è qui che si esaurisce la nostra piena esistenza. Avere questa consapevolezza guarisce dalla paura e dall'egoismo, proietta la propria vita in un oltre che dà senso al presente.

"Nel quale i cieli in fiamme si dissolveranno e gli elementi incendiati fonderanno!".
Un grande fuoco è immagine potente di Dio; dice trasformazione, passaggio ad uno nuovo stadio dell'esistenza, distruzione delle scorie che ci appesantiscono e che non fanno risaltare la nostra preziosità (cfr. Sal 66,10).
Paolo ha una bella immagine per questo annuncio: tutto passa attraverso un fuoco e ciò che non ha valore si brucia, resta ciò che è prezioso ed eterno (cfr. 1Cor 3,14-15).

"Noi infatti, secondo la sua promessa aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali abita la giustizia".
La promessa di Dio e la sua fedeltà è il fondamento della fede biblica.
Da Abramo fino a Gesù Cristo, fino a noi e ancora oltre, ciò che è stabile e rimane per sempre è la promessa di un'alleanza eterna, l'amore che non diminuisce davanti a qualsiasi peccato, la misericordia che supera ogni mancanza.
Su questa fedeltà attendiamo quello che la profezia ci ha sempre annunciato: nuovi cieli aperti sull'umanità, una nuova terra in cui vivere, dove abita la giustizia del Padre, dove finisce il male e la morte.
Il nuovo di cui parla Pietro, è nel senso dell'inedito, del mai visto.
Paolo scrive:
"Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì,
né mai entrarono in cuore di uomo,
Dio le ha preparate per coloro che lo amano" (1Cor 2,9).

Ecco allora che le immagini apocalittiche ci aiutano ad entrare nella novità che non può essere codificata con i nostri parametri umani.
Noi aspettiamo qualcosa che non conosciamo e lo facciamo fidandoci della promessa del Signore.
Come ha fatto Pietro, sulla sua Parola possiamo gettare le nostre reti vuote e pescare la nuova abbondanza del Regno.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di 2Pt 3,11-15.17-18
Commento del 02/06/2020

Salmo 90 (89),1-2
Commento del 11/02/2023

Vangelo Mc 12,13-17
Commento dell'01/06/2021

Commenti

  1. "Noi secondo la sua promessa aspettiamo nuovi cieli
    e una terra nuova,
    nei quali abita la giustizia".
    Attesa felice.
    Attesa fiduciosa.
    Attesa per fede.
    Il Signore è fedele.
    La sua promessa
    è per sempre.
    Nuovi cieli,
    terra nuova.
    Preparati per noi
    dal suo amore.
    "Noi secondo la sua promessa aspettiamo nuovi cieli
    e una terra nuova,
    nei quali abita la giustizia".

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  2. La magnanimità del Signore nostro consideratela come salvezza.
    Se non da TE,da chi viene la magnanimità.
    Mi regali la luce,la vista anche se malconcìa in questi ultimi tempi:MI FAI VEDERE.....
    Mi fai respirare,camminare...........
    Sei TU quello che mi permette di..................fare tutto!
    Grazie papà

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