Prima lettura del 21 giugno 2024

Testimoniavano contro di loro
2Cr 24,17-25

"Dopo la morte di Ioiadà, i comandanti di Giuda andarono a prostrarsi davanti al re, che allora diede loro ascolto. Costoro trascurarono il tempio del Signore, Dio dei loro padri, per venerare i pali sacri e gli idoli. Per questa loro colpa l'ira di Dio fu su Giuda e su Gerusalemme. Il Signore mandò loro profeti perché li facessero ritornare a lui. Questi testimoniavano contro di loro, ma non furono ascoltati.
Allora lo spirito di Dio investì Zaccarìa, figlio del sacerdote Ioiadà, che si alzò in mezzo al popolo e disse: «Dice Dio: “Perché trasgredite i comandi del Signore? Per questo non avete successo; poiché avete abbandonato il Signore, anch'egli vi abbandona”».
Ma congiurarono contro di lui e per ordine del re lo lapidarono nel cortile del tempio del Signore. Il re Ioas non si ricordò del favore fattogli da Ioiadà, padre di Zaccarìa, ma ne uccise il figlio, che morendo disse: «Il Signore veda e ne chieda conto!».
All'inizio dell'anno successivo salì contro Ioas l'esercito degli Aramei. Essi vennero in Giuda e a Gerusalemme, sterminarono fra il popolo tutti i comandanti e inviarono l'intero bottino al re di Damasco. L'esercito degli Aramei era venuto con pochi uomini, ma il Signore mise nelle loro mani un grande esercito, perché essi avevano abbandonato il Signore, Dio dei loro padri. Essi fecero giustizia di Ioas. Quando furono partiti, lasciandolo gravemente malato, i suoi ministri ordirono una congiura contro di lui, perché aveva versato il sangue del figlio del sacerdote Ioiadà, e lo uccisero nel suo letto. Così egli morì e lo seppellirono nella Città di Davide, ma non nei sepolcri dei re".


Nella storia biblica i profeti sono inviati speciali, spine nel fianco e critica continua al potere dei re. Infatti, come unti del Signore, iniziano il loro servizio nel suo nome, per poi cambiare strada nel corso degli anni per pensare solo ai fatti propri.
La storia di Israele ciclicamente registra un ritorno all'idolatria pagana; non è "colpa " d'Israele, è anche la nostra storia personale, la storia di tutta l'umanità, combattuta tra la ricerca e la sequela al Padre e la ricaduta nei propri schemi e pretese di auto-salvezza.
Re e profeti così finiscono per scontrarsi; se i potenti usano il popolo di Dio per i propri interessi, i profeti lo spingono sulla via della fede nell'unico Dio, Creatore del mondo e Salvatore da ogni schiavitù.
Come abbiamo visto nel brano di ieri, il piccolo Ioas viene salvato dalla strage che ha visto la morte di tutti i suoi fratelli, ma si sente il padrone assoluto una volta salito al trono.
Il profeta Zaccaria diventa la sua coscienza personificata; cerca di aprirgli gli occhi sul fallimento delle sue opere. Ma il re, ormai fagocitato dalla follia del potere, dimentico di essere salito sul trono grazie al padre di Zaccaria, il sacerdote Ioiadà, si libera dallo scomodo profeta facendolo uccidere.
Comincia così un nuovo periodo terribile della storia del popolo eletto.

"Dopo la morte di Ioiadà, i comandanti di Giuda andarono a prostrarsi davanti al re, che allora diede loro ascolto".
Il sacerdote Ioiadà, che ha incoronato re Ioas, muore e i capi di Giuda prendono il sopravvento. Il vecchio sacerdote consigliava e guidava il re secondo le leggi e la sapienza che il popolo aveva appreso dal Signore. Ora tutto è in balia di giochi politici.

"Costoro trascurarono il tempio del Signore, Dio dei loro padri, per venerare i pali sacri e gli idoli".
Ecco che si ripresenta la piaga mai rimarginata del tutto dell'idolatria.
Era difficile da debellare perché le alleanze militari erano suggellate da patti di fedeltà agli idoli dei popoli con cui Israele di alleava.
La supremazia militare era troppo allettante, tanto da sacrificare la fedeltà al Signore.
L'opportunismo, il tutto qui e subito, sono sempre una tentazione per la fede, che passa in secondo piano per motivi pratici, di bramosia e di interesse.

"Per questa loro colpa l'ira di Dio fu su Giuda e su Gerusalemme".
La Scrittura presenta "l'ira di Dio" come risposta alle scelte sbagliate del popolo, che si prostituisce con le sue stesse mani ai potenti di turno.
È come dire che il Signore si dissocia dalle scelte folli dei capi, che non benedice azioni contro il bene di tutti.
Non avallando il male che l'umanità compie, non si fa complice di scelte mortali e toglie la sua predilezione su opere che sono di per sé stesse sterili e tragicamente dannose.
Anche se il peccato è grande ed è condannato, questo non vuole dire che il Padre abbandoni il suo popolo. Qual è allora la sua risposta?

"Il Signore mandò loro profeti perché li facessero ritornare a lui".
Ecco il risultato dell'ira di Dio: ulteriore grazia, Spirito che scende e suscita nuovi profeti che si prendano cura del suo popolo infedele!
Il Padre si preoccupa di aprire una strada diversa che permetta loro di ritornare a lui.

"Questi testimoniavano contro di loro, ma non furono ascoltati".
Il vero dramma che la storia biblica ci ricorda è la mancanza di ascolto.
La fede nasce dall'ascolto (cfr. Rm 10,17) e il non ascolto apre la via all'idolatria, all'illusione, a condividere la mentalità egocentrica del mondo.
I profeti "testimoniavano contro di loro", cioè pubblicamente e francamente annunciavano la via del Signore, così diversa dalla loro.
La testimonianza "contro" è il gesto più vero e umile che si possa fare. Non è scappare o manipolare parole per attirare dalla propria parte gli interlocutori.
E' parlare con "parresia", guardare negli occhi i propri avversari sapendo che sono fratelli e amati dal Signore, porgere la propria fede anche a chi la vuole schiacciare.
Per testimoniare la verità della Parola, i profeti spesso ci hanno rimesso la vita, ma con il loro annuncio hanno piantato quel seme che avrebbe ridato speranza e consolazione ai cuori dispersi.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Salmo 89 (88),31-34
Commento del 18/06/2022

Vangelo di Mt 6,24-34
Commento del 22/06/2019

Commenti

  1. "Il Signore mandò loro profeti perché li facessero ritornare a lui".
    Si
    Il Signore continuamente dà
    Non fa memoria del male ricevuto
    Dona
    Il SUO fine ultimo è donare,attirare a sè tutti noi.
    Grazie papà

    RispondiElimina

  2. "Il Signore mandò loro profeti
    perché li facessero ritornare a lui".
    Il Signore non si stanca mai di noi.
    Manda continuamente profeti che ci indichino la via del ritorno a lui.
    Non si arrende al nostro peccato.
    Non si arrende alla nostra incredulità.
    Non si arrende alla nostra durezza
    di cuore.
    Ci vuole con lui.
    "Il Signore mandò loro profeti
    perché li facessero ritornare a lui".

    RispondiElimina

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