Prima lettura dell'8 settembre 2023
Le sue origini sono dall'antichità
Mic 5, 1-4
così piccola per essere fra i villaggi di Giuda,
da te uscirà per me
colui che deve essere il dominatore in Israele;
le sue origini sono dall'antichità,
dai giorni più remoti.
Perciò Dio li metterà in potere altrui,
fino a quando partorirà colei che deve partorire;
e il resto dei tuoi fratelli ritornerà ai figli d'Israele.
Egli si leverà e pascerà con la forza del Signore,
con la maestà del nome del Signore, suo Dio.
Abiteranno sicuri, perché egli allora sarà grande
fino agli estremi confini della terra.
Egli stesso sarà la pace!"
C'è una profezia nelle piccole cose che solo la fede sa riconoscere.
Nel suo recente viaggio in Mongolia, papa Francesco ha detto alla piccolissima comunità di cattolici presenti nel paese:
"Fratelli e sorelle, non abbiate paura dei numeri esigui, dei successi che tardano, della rilevanza che non appare. Non è questa la strada di Dio".
Il Vangelo annuncia il contrario dell'ansia del mondo che promuove i più forti, i più numerosi, i grandi e i primi.
La profezia del profeta Michea su Betlemme non parla di una città ma del più piccolo dei villaggi, e avendo dato la nascita al grande re Davide e a Gesù, ci colpisce questa scelta nel nascondimento e nella piccolezza.
"E tu, Betlemme di Èfrata,
così piccola per essere fra i villaggi di Giuda".
Chi lo nota un borgo così irrilevante nella geografia mondiale, chi lo sceglie per viverci e fare carriera per farsi conoscere fino agli estremi confini della terra?
La sceglie il Signore, che dell'infinitamente piccolo ne fa il suo capolavoro, colui che ha parametri differenti dai nostri e che predilige i miseri e i dimenticati della terra.
Per questo l'annuncio della nascita di Gesù è fatto da Luca con una premessa da grande epopea romana "In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria (Lc 2, 1-2) per poi zumare sul borgo sperduto della Palestina, colonia succube dei romani "Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide" (Lc 2, 4).
Una discesa vorticosa dai grandi della terra ai dimenticati della profezia di Michea, tanto che Erode il grande, trasecolato dalle parole dei magi, deve chiedere frettolosamente ai suoi scribi di rispolverarla per cercare il bambino preannunciato (cfr. Mt 2, 3-6).
"Da te uscirà per me
colui che deve essere il dominatore in Israele".
Dal luogo più piccolo proviene il più grande e significativo personaggio dell'antico Israele.
L'espressione "uscirà per me" è plasticamente rivelativo del "parto" di salvezza che sgorga dal Signore, che non teme l'indifferenza dei capi, che non paga titoloni da prima pagina, ma che sceglie l'ultimo posto per rivelarsi.
È il criterio che Gesù farà suo e ripeterà più volte nel Vangelo:
"Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti" (Mc 9, 35).
E Maria nel Magnificat esalta la scelta controcorrente di Dio che abbassa i potenti ed innalza gli umili (cfr. Lc 1, 52).
"Le sue origini sono dall'antichità,
dai giorni più remoti".
Sono parole che indicano l'antichità del Re Messia. È da sempre che il Signore ha pensato così il Salvatore del suo popolo, colui che avrebbe regnato in suo Nome.
Simili scelte ci mandano in crisi. Ben vengano allora il profeta Michea e i profeti contemporanei come papa Francesco.
Abbiamo bisogno di guardare sotto la mondanità patinata, di scoprire il senso e l'essenzialità della storia e dell'umanità.
La Scrittura apre i nostri occhi e le nostre vite allo stile di Dio. Sembrerebbe una "rilevanza che non appare", ma porterà i suoi frutti secondo la volontà e i tempi della profezia custodita da sempre nel cuore del Padre.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di Mic 5, 1-4
Commento dell'08/09/2020
Salmo 13 (12), 4-5
Commento del 08/09/2022
Vangelo di Mt 1, 1-17
Commento del 17/12/2021
"Fratelli e sorelle, non abbiate paura dei numeri esigui, dei successi che tardano, della rilevanza che non appare. Non è questa la strada di Dio".
Il Vangelo annuncia il contrario dell'ansia del mondo che promuove i più forti, i più numerosi, i grandi e i primi.
La profezia del profeta Michea su Betlemme non parla di una città ma del più piccolo dei villaggi, e avendo dato la nascita al grande re Davide e a Gesù, ci colpisce questa scelta nel nascondimento e nella piccolezza.
"E tu, Betlemme di Èfrata,
così piccola per essere fra i villaggi di Giuda".
Chi lo nota un borgo così irrilevante nella geografia mondiale, chi lo sceglie per viverci e fare carriera per farsi conoscere fino agli estremi confini della terra?
La sceglie il Signore, che dell'infinitamente piccolo ne fa il suo capolavoro, colui che ha parametri differenti dai nostri e che predilige i miseri e i dimenticati della terra.
Per questo l'annuncio della nascita di Gesù è fatto da Luca con una premessa da grande epopea romana "In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria (Lc 2, 1-2) per poi zumare sul borgo sperduto della Palestina, colonia succube dei romani "Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide" (Lc 2, 4).
Una discesa vorticosa dai grandi della terra ai dimenticati della profezia di Michea, tanto che Erode il grande, trasecolato dalle parole dei magi, deve chiedere frettolosamente ai suoi scribi di rispolverarla per cercare il bambino preannunciato (cfr. Mt 2, 3-6).
"Da te uscirà per me
colui che deve essere il dominatore in Israele".
Dal luogo più piccolo proviene il più grande e significativo personaggio dell'antico Israele.
L'espressione "uscirà per me" è plasticamente rivelativo del "parto" di salvezza che sgorga dal Signore, che non teme l'indifferenza dei capi, che non paga titoloni da prima pagina, ma che sceglie l'ultimo posto per rivelarsi.
È il criterio che Gesù farà suo e ripeterà più volte nel Vangelo:
"Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti" (Mc 9, 35).
E Maria nel Magnificat esalta la scelta controcorrente di Dio che abbassa i potenti ed innalza gli umili (cfr. Lc 1, 52).
"Le sue origini sono dall'antichità,
dai giorni più remoti".
Sono parole che indicano l'antichità del Re Messia. È da sempre che il Signore ha pensato così il Salvatore del suo popolo, colui che avrebbe regnato in suo Nome.
Simili scelte ci mandano in crisi. Ben vengano allora il profeta Michea e i profeti contemporanei come papa Francesco.
Abbiamo bisogno di guardare sotto la mondanità patinata, di scoprire il senso e l'essenzialità della storia e dell'umanità.
La Scrittura apre i nostri occhi e le nostre vite allo stile di Dio. Sembrerebbe una "rilevanza che non appare", ma porterà i suoi frutti secondo la volontà e i tempi della profezia custodita da sempre nel cuore del Padre.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di Mic 5, 1-4
Commento dell'08/09/2020
Salmo 13 (12), 4-5
Commento del 08/09/2022
Vangelo di Mt 1, 1-17
Commento del 17/12/2021
"E tu, Betlemme di Èfrata,
RispondiEliminacosì piccola per essere fra i villaggi di Giuda".
Da un piccolo villaggio
viene un grande re.
Dal più piccolo dei villaggi
viene il Messia.
Il Signore si nasconde
nelle realtà più piccole.
Il grande non è divino.
Il mio Dio è il Dio delle piccole cose.
"E tu, Betlemme di Èfrata,
così piccola per essere fra i villaggi di Giuda".
"Le sue origini sono dall'antichità,
RispondiEliminadai giorni più remoti".
Anche la mia origine è stata pensata da LUI,nei tempi e modi che solo LUI sa
Mi fido di LUI,di quello che fa,sono SUO
Grazie,papà